AGI - Matteo Messina Denaro è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza de L'Aquila. Lo ha confermato il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia.
Intanto ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato questa mattina il 41bis per l'ex latitante arrestato ieri a Palermo. Lo rende noto il dicastero di via Arenula.
Un carcere duro che il boss sconterà quindi nell'istituto penitenziario abruzzese, dove sono ristretti oltre 100 boss della mafia, ed è dotato di un’ala dedicata ai reati di terrorismo (è ospitata anche Nadia Desdemona Lioce) di molte aree riservate per tenere isolato il superboss della mafia arrestato ieri.
Molti criminali del calibro dei fratelli Graviano, Raffaele Cutolo, Leoluca Bagarella e Gianni Nicchi sono stati ospiti nel carcere dell'Aquila. Massiccio il dispiegamento di forze per assicurare il trasferimento del detenuto dall’aeroporto da Pescara, da dove l’elicottero dei carabinieri è atterrato dopo il decollo da quello militare di Palermo, fino al supercarcere dell’Aquila.
Il covo del Trapanese era di Andrea Bonafede
L'appartamento di Campobello di Mazara, ovvero, il covo di Matteo Messina Denaro secondo i primi accertamenti risulterebbe di proprietà di Andrea Bonafede, l'alias utilizzato dal boss anche per curarsi alla clinica privata "La Maddalena" di Palermo dove ieri è stato arrestato.
Andrea Bonafede, secondo fonti giudiziarie, è iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento aggravato.
Le indagini, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido, hanno condotto i carabinieri a Campobello di Mazara, di cui è originario l'autista, accusato di favoreggiamento, Giovanni Luppino, un commerciane di olive incensurato, arrestato insieme al boss di Castelvetrano.
Gli investigatori - coordinati dalla procura di Palermo - da subito avevano avviato perquisizioni partendo anche dall'automobile utilizzata dal boss per raggiungere la struttura sanitaria, alla ricerca di elementi utili per raggiungere il covo. I magistrati e gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa avevano affermato che Messina Denaro "proveniva dal suo territorio". Per questo le ricerche si erano concentrate in particolare sulla zona di Campobello di Mazara, vicino al paese dell'ex superlatitante.
Il boss che amava il lusso
Non sono state trovate armi nel 'covo'. Si tratta di una abitazione in una palazzina a cui gli investigatori - coordinati dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido - sono arrivati ieri a tarda sera. Al suo interno rinvenuti profumi e abiti griffati del boss che amava il lusso e che quando è stato arrestato portava un orologio da 35 mila euro.
Gli investigatori cercano elementi sui documenti 'segreti' di cosa nostra e elementi per individuare la rete di fiancheggiatori e favoreggiatori di Messina Denaro. La procura della repubblica di Palermo ha posto i sigilli sull'appartamento di via Cb31, nel paese vicino a Castelvetrano. Sul posto gli investigatori del Ros. Quelli del Ris di Messina effettueranno i rilievi scientifici.