AGI - “I carabinieri del Gis, il Gruppo di Intervento Speciale, hanno una preparazione durissima. Occorre essere forti sia fisicamente che mentalmente”. A parlare con l’AGI dell’operazione che ieri ha portato i carabinieri a catturare il superlatitante della mafia, Matteo Messina Denaro, è il ‘Comandante Alfa’. Il nome in codice utilizzato da uno dei fondatori del Gis, già autore di numerosi libri dedicati proprio all’addestramento di questi militari chiamati in tutte le situazioni di maggior pericolo.
Il ‘Comandante Alfa’, oggi in pensione, oltre ad essere esperto delle tecniche operative del Gis per aver trascorso 40 anni in questo reparto, è anche originario proprio di Castel Vetrano, il paesino in provincia di Trapani che ha dato i natali a Matteo Messina Denaro e suo feudo mafioso fino alla cattura nella clinica privata di Palermo ‘La Maddalena’.
“Sono strafelice della cattura di Matteo Messina Denaro, lo sono come carabiniere ma più che altro come cittadino di Castel Vetrano – spiega il Comandante Alfa – come ho sempre raccontato fino ai 18 anni ho vissuto in un ambiente mafioso lo stesso di Messina Denaro e per questo oggi sono strafelice. Sono Strafelice per i miei concittadini che ieri sera sono scesi in piazza a gridare la loro gioia con lo striscione “Castel Vetrano Libera”. È una terra bellissima che merita di più, si mangia bene, il mare è bellissimo ed ora spero che dopo essersi liberato di questo ‘cancro’ le istituzioni facciano rinascere il paese”.
“È stata una operazione perfetta, parecchi di questi uomini li ho addestrati io nei miei ultimi anni al Gis, dove ho trascorso 40 anni di servizio – sottolinea il Comandante Alfa parlando del blitz di Palermo - hanno curato tutti i piccoli particolari e non perché si trattava di catturare Matteo Messina Denaro. Sono addestrati per agire in questo modo perché non esiste un nemico buono o cattivo. L’azione è stata talmente perfetta che i dipendenti e i pazienti non se ne sono accorti. Faccio i complimenti a tutti. Dal Ros, al Gis, ai militari del comando provinciale di Palermo, alla magistratura. Non si sarebbe mai costituito gli hanno chiesto come ti chiami e lui ha risposto per due volte sono Messina Denaro".
Il Comandante Alfa non può non nascondere lo ‘sdegno’ per le voci di una ‘trattativa’ per la cattura del boss o sul fatto che possa essersi consegnato perché ormai malato.
“Mi fanno arrabbiare queste voci che girano che sostengono che Messina Denaro si sarebbe costituito. Ora si trova già al 41 bis e non è certo una villeggiatura. Nessuno si sarebbe consegnato sapendo di finire al 41 bis, soprattutto un tipo come lui che, come abbiamo visto, aveva uno stile di vita elevato, vestiva bene, non viveva in campagna o sottoterra. Aveva una tela protettiva eccellente ed ha sempre vissuto nel suo territorio. E poi lui era un capo e come tale non abbandona mai i suoi uomini. Era gentilissimo, ben vestito nessuno poteva pensare che fosse il violento ricercato”.
Un grande sforzo investigativo dunque?
“Queste dicerie sono un insulto verso le forze di polizia che sostengono che sono stati incapaci di catturarlo in questi 30 anni, ma a Castel Vetrano sin dai tempi del padre di Matteo Messina Denaro, don ciccio, non si muoveva una foglia se la mafia non voleva, ci sono stati 400 morti ammazzati. Non è vero che c’è stata una trattativa, i carabinieri del Ros hanno condotto una indagine e continuato a dargli la caccia. Poi dopo aver appreso che era malato allora il cerchio si è ristretto”.
Che possibilità ci sono che Messina Denaro collabori con la giustizia?
“L’unica strada che ha per non finire al 41 bis è quella di pentirsi ma nel 99,99% non parlerà mai. Ricordiamo che un capo anche, anche se morente, dà gli ordini ai suoi uomini anche con lo sguardo. Ma non mi è sembrato dalle immagini che abbiamo potuto veder che fosse morente, è salito da solo senza sostegno sull’autovettura dei Gis. L’unico dato certo è che Messina Denaro è in galera e che finalmente abbiamo tolto un cancro. Il mondo intero ne ha parlato. Lo Stato ha dato una risposta ferma”.
Che giudizio da dell’operazione portata a termine dagli uomini del Gis per la cattura di Messina Denaro?
“Il Gis interviene nelle situazioni di emergenza e pericolo sia in Italia che all’estero. Dai dirottamenti di aerei, nella cattura di latitanti pericolosi, nella liberazione di ostaggi. Quando le forze territoriali ritengono che ci sia bisogno di auto il Gis interviene immediatamente. Sono uomini pronti a partire in ogni momento e in grado di raggiungere entro 30 minuti qualsiasi zona d’Italia. Il Gis è uno dei reparti più efficienti al mondo Ho scritto diversi libri sui Gis proprio per far sapere agli italiani che esiste un reparto speciale con il quale possono essere tranquilli per la loro sicurezza. L’Italia ha anche altri reparti d’eccellenza, il Gis non è l’unico, penso ai Nocs della Polizia di Stato, al Col Moschin dell’Esercito, agli Incursori della Marina Militare e al 17mo stormo dell’Aeronautica Militare. Le forze armate e le forze di polizia italiane sono invidiate e copiate da tutto il mondo”.
Che succederà adesso nella mafia dopo l’arresto di Messina Denaro?
“Adesso finisce un’era e la mafia sarà probabilmente più pericolosa perché meno violenta. Una mafia silente fatta di persone che hanno studiato non più composta dia uomini senza una cultura. Gli investigatori sono stati bravissimi, tutto ha funzionato alla perfezione. Hanno curato tutti i dettagli ed ora dovranno dare la caccia alla rete che lo ha protetto. Certamente si sarà spostato in questi anni in più covi”.