AGI - Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi firmerà un provvedimento di prevenzione in merito "alle trasferte dei tifosi di Roma e Napoli per i prossimi due mesi". Uno stop agli spostamenti in massa dei supporter delle due squadre più importanti e blasonate del Centrosud annunciato dallo stesso titolare del dicastero del Viminale a margine di un vertice in prefettura a Trieste. Oltre a questo, ha detto, "serve anche l'individuazione del singolo, provvedimenti come i Daspo, ma non potrò non fare a meno di considerare un provvedimento generale di ordine pubblico per quanto riguarda le due tifoserie".
La decisione di Piantesodi era attesa dopo gli scontri avvenuti lo scorso 8 gennaio nell'area di servizio Badia al Pino Est, lungo il tratto aretino dell'Autosole tra i sostenitori della Roma che stavano raggiungendo lo stadio di San Siro per la partita contro il Milan e quelli del Napoli che invece erano diretti a Genova per raggiungere Marassi. Una circostanza che, stando alle testimonianze raccolte, sembra sia tutt'altro che causale e ha dato luogo a una vera e propria guerriglia che ha bloccato l'A1 per oltre un'ora e ha coinvolto centinaia di tifosi, 180 dei quali individuati e per i quali sono in corso accertamenti in vista di duri provvedimenti disciplinari e giudiziari.
Uno scontro, quello dell'8 gennaio, avvenuto in un luogo altamente simbolico - dove l'11 novembre 2007 perse la vita, in un modo assurdo e inspiegabile, il laziale Gabriele Sandri, raggiunto alla testa da un proiettile partito dalla pistola dell'agente Luigi Spaccarotella - che non è il classico 'fulmine a ciel serenò.
Dal gemellaggio all'odio
Il rapporto tra le tifoserie di Roma e Napoli, infatti, dopo gli storici gemellaggi avvenuti fino a metà degli anni '80, si è raffreddato con l'arrivo in maglia azzurra dell'ex laziale Bruno Giordano, nemico n.1 dei supporter giallorossi che lo hanno fatto oggetto dei loro fischi e invettive sportive associandolo, di conseguenza, anche alla maglia indossata.
La 'non simpatia' è poi diventata antipatia e astio - anche grazie alla rivalità calcistica per il primato al Centrosud - e, infine, si è tramutata in odio a seguito del tragico episodio del 2014, quando un tifoso napoletano fu ucciso da uno romanista: Ciro Esposito morì dopo una agonia di 50 giorni in seguito a un colpo di pistola esploso da un ex ultrà della Roma - Daniele De Santis, condannato in primo grado a 26 anni poi ridotti a 16 - all'esterno dello stadio Olimpico poco prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.
Da allora è come se fosse stato scritto che tra le due tifoserie non ci sarebbe mai stata pace, la vendetta per quell'omicidio - nonostante la madre di Ciro abbia fatto e faccia ancora di tutto per favorire invece aggregazione - non sarebbe mai stata placata.
Incroci pericolosi
La rivalità tra le opposte tifoserie, che ha vissuto un nuovo, clamoroso capitolo con gli scontri sull'A1, adesso preoccupa i responsabili dell'ordine pubblico anche perchè ci sono due possibili incroci pericolosi proposti dal calendario. Roma-Napoli di campionato si è già disputata, ma domenica 29 gennaio, per di più in notturna (alle 20.45), è in programma il ritorno al Maradona. Niente tifosi giallorossi sugli spalti - il divieto di trasferta vale anche per i colleghi napoletani, proprio a partire dal 2014 - ma è impossibile escludere incontri ad alto rischio alimentati dal desiderio di 'vendettà, magari lontano dallo stadio.
Un bel grattacapo, che potrebbe addirittura riproporsi nel giro di 72 ore se il Napoli il prossimo 17 gennaio batterà la Cremonese agli ottavi di Coppa Italia. La squadra di Spalletti e quella di Mourinho sono infatti nella parte bassa del tabellone e l'eventuale quarto si giocherebbe a Napoli mercoledì 1 febbraio alle 18. Tre giorni dopo, appunto, la sfida di campionato in programma allo Stadio Maradona.