AGI - La neve latita nel Centro Italia. Le vette imbiancate, le piste affollate di appassionati sciatori si vedono solo al Nord, dove addirittura si punta a superare la stagione record 2018-19. Dalla Val d'Aosta al Piemonte, dal Trentino al Friuli, hotel, resort, ristoranti e piste da sci sono stati presi d'assalto, durante le festività natalizie da tanti turisti, soprattutto italiani. Ma sul resto della penisola neanche un fiocco e l'unica precipitazione è stata la pioggia di disdette delle prenotazioni persino per le festività. Per l'industria delle neve il grande problema restano gli Appennini dove su quasi cinquanta strutture, soltanto una garantisce ancora servizi.
"C'è una situazione drammatica, praticamente non ha ancora aperto nessun impianto sciistico", spiega in un'intervista all'AGI, Simone Munalli, direttore della Scuola sci Terminillo, nel Reatino. "Dall'Appennino emiliano in giù è tutto chiuso - spiega - con questo caldo record di quest'anno, iniziato il 10 dicembre, non è possibile neanche sfruttare la neve artificiale".
Il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto all'esecutivo un "piano straordinario" dato che "gli operatori dell'Appennino bianco dopo le stagioni cancellate dal Covid, oggi sono alle prese con un altro momento nero che sta cancellando gran parte degli incassi dell'inverno con effetti che rischiano di essere irreversibili". Impianti fermi anche all'Abetone, in Toscana, in una delle zone più iconiche dello sci del centro Italia, con temperature oltre i 10 gradi e prati sempre più verdi.
Stesso discorso nelle Marche: senza neve gli impianti di Ussita (Macerata) sono in ginocchio. "Se continuerà a non nevicare saremo costretti a chiedere lo stato di emergenza ed aiuti economici" ha spiegato Francesco Cangiotti, amministratori della Società funivie Bolognolaski. Una condizione fotocopia in tante altre zone d'Europa.
Nei prossimi giorni la situazione potrebbe cambiare: la neve è già tornata a cadere sulle Alpi e nei prossimi giorni il maltempo sulle regioni centro-meridionali favorirà il ritorno della neve sulle vette appenniniche di Marche ed Abruzzo attorno ai 900-1000 metri. "Confidiamo in un po' di freddo e ovviamente nella neve", spiega Munalli, "da metà mese dovrebbe il meteo dovrebbe cambiare. Ora siamo a 4 C a 1600 metri, se la situazione non dovesse prendere un'altra piega il problema diventerebbe difficile da gestire".
Un'emergenza che deve essere fronteggiata al più presto e che sarà oggetto dell'incontro in programma mercoledi' 11 gennaio tra la ministra Daniela Santanchè e la presidente degli impiantisti a livello europeo (Fianet) e italiano (Anef), Valeria Ghezzi.