AGI - Andare la sera alla stazione Termini, lo snodo ferroviario più importante di Roma e il più grande d'Italia, è una specie di scommessa al buio. Non sai mai che cosa possa capitare.
Lo spettacolo che offrono le strade che costeggiano la stazione, da via Marsala a via Giolitti a piazza dei Cinquecento, non è proprio di quelli di cui dovrebbe andare orgogliosa una città come Roma. Il minimo comun denominatore è rappresentato da un degrado diffuso, che si manifesta dai cumuli di rifiuti buttati qua e là agli alloggi di fortuna di clochard e barboni, e da un senso generalizzato di insicurezza.
Al degrado della stazione il romano è sostanzialmente abituato e rassegnato: in fondo deve prendere un treno o ritornare da un viaggio. Basta tirare dritto e preoccuparsi piuttosto di trovare un taxi disponibile o un mezzo pubblico che funzioni.
Per i turisti che mettono piede nella Capitale, invece, lo spettacolo, oltre ad essere poco rassicurante, deve rappresentare anche una specie di choc. L'AGI ha fatto un giro nella zona tra giovedì sera, a poche ore dalla celebrazione in piazza san Pietro dei funerali di papa Ratzinger, e venerdì mattina per toccare con mano se Termini ha cambiato aspetto - dal punto di vista dell'ordine pubblico - dopo l'aggressione subita la sera 31 dicembre scorso da una giovane israeliana, ferita a coltellate mentre si trovava davanti a una cassa automatica per fare il biglietto per Fiumicino.
Va detto subito che sbaglia chi pensa a una stazione militarizzata. Niente di tutto ciò. Certo, poliziotti e carabinieri fanno di continuo un giro di perlustrazione della zona - come chiesto dal prefetto Bruno Frattasi in sede di comitato di ordine e sicurezza pubblica - e già la presenza di personale in divisa basta a tranquillizzare i turisti spaesati, magari bisognosi di qualche informazione, e a scoraggiare gli eventuali malintenzionati.
Però l'effetto imprevedibilità, quello che ha colto Roma di sorpresa nell'ultimo mese e mezzo (quando ad esempio Giandavide De Pau ha ucciso tre prostitute in appena 30 minuti a poca distanza dal palazzo di giustizia e quando Claudio Campiti ha ammazzato a colpi di pistola quattro donne durante una riunione del consorzio Valleverde in un bar di Colle Salario), è sempre dietro l'angolo.
Momenti di tensione ci sono stati intorno alle 22 quando un senza tetto di colore, visibilmente poco lucido, ha cominciato a strattonare un turista, che stava aspettando l'autobus, per farsi dare qualche soldo. Il turista ha provato ad allontanarlo, quell'altro ha continuato ad incalzarlo. Per fortuna, la scena non è sfuggita a un vigilante privato (in quel frangente da solo) che ha posto fine alla contesa mandando via il clochard nel frattempo affiancato da un altro sbandato pronto a calmare gli animi ("ci penso io a lui, è tutto sotto controllo").
In piazza dei Cinquecento il clima è più tranquillo ma si capisce che basta una scintilla per scatenare il caos. C'è uno straniero con una bottiglia di birra in mano che cerca di puntare una persona, ma sbanda, si regge in piedi a mala pena; c'è la senza tetto che armata di scatoloni e coperte ha messo su quasi un accampamento di fortuna che le consentirà di trascorrere la notte e il suo 'vicino' che invece sbraita perché provvisto solo di qualche giornale e dell'immancabile bevanda ad alta gradazione alcolica.
Il venerdì mattina, a Termini, la scena non è molto differente dalla sera prima: il solito biglietto da visita è rappresentato da uno stuolo di gente ubriaca sdraiata in terra all'altezza del capolinea dei bus. E i soliti senza fissa dimora che litigano: "Qui ci stavo io, trovati un altro posto e un'altra persona a cui rompere i co....". La situazione è la stessa in ogni angolo. Romani e turisti che passano da queste parti stanno con gli occhi bene spalancati. Una distrazione potrebbe essere fatale. "Vengo sempre qui da Sephora per i profumi, ma ogni volta penso 'chi me l'ha fatto fare?'. Oggi tra l'altro sto qui solo per una passeggiata con un paio di amici. Passo e c'è quello che mi fischia, l'altro che si avvicina e ti chiede i soldi. Persino quello che ti si piazza davanti e magari prova a toccarti", racconta all'AGI Martina, 30 anni e nella vita social media manager. "Io ci vengo spesso per andare da Foot Locker e alla Nike", spiega Luigi, studente di 20 anni che vive non lontano dalla principale stazione romana. "Ma se fossi una ragazza non ci metterei piede"
E, in effetti, anche alle 12.30 di un tranquillo venerdì 6 gennaio l'aria può essere pesante. "Sono uscita adesso da un fast food, ma è l'ultima volta che ci metto piede qui. La sera è inavvicinabile, ma anche a pranzo non si può proprio: hanno tentato di mettermi le mani addosso", dice Patrizia, 21 anni. E chi è stato? "Uno di questi sbandati", risponde prima di andare via con una sua amica.
Non eravamo presenti e resta la parola della ragazza. Ma non si fa fatica a crederle, vista la situazione generale: spaccio di droga, anche alla luce del giorno, dietro via Giolitti. Un continuo via vai di persone che si avvicinano ad uomini di nazionalità africana alla ricerca di dosi. La sera, quando i negozi chiudono, il 'mercato dello stupefacente' è ancora più evidente, è davvero sotto gli occhi di tutti.
Le forze dell'ordine ci sono, controllano per quanto possono, ma sono oggettivamente poche. Un problema che le istituzioni ben conoscono se è vero che il 16 dicembre scorso il sindaco Roberto Gualtieri ha affrontato la questione in una conferenza stampa al Viminale, dopo la riunione con il ministro Matteo Piantedosi e altri sindaci: "Abbiamo programmato un reclutamento di 300 uomini della locale nel 2024 che riteniamo insufficiente, ma abbiamo necessità di fare nuovi concorsi prima del Giubileo per avere almeno 800/1000 nuovi ingressi. C'è però un problema di risorse, perché senza queste diventa tutto molto difficile. Il decoro della sicurezza non è solo il rifacimento degli edifici, ma anche il controllo di sicurezza che deve essere rafforzata".
Ecco, le risorse. Se non ci sono o sono insufficienti, la stazione Termini e le strade limitrofe continueranno ad essere delle scommesse al buio per chi ci si avvicina.