AGI. - Ha confessato di avere preso parte all'aggressione che è sfociata nell'omicidio di Marouene Slimane, cittadino tunisino, di 30 anni l'1 gennaio fuori da una discoteca di Vittoria nel Ragusano. La vittima aveva cercato di fuggire. È stato inseguito, il trentenne, e ammazzato a colpi di spranga e con un coltello a serramanico da un gruppetto di giovani romeni per un apprezzamento a una ragazzina romena.
L'unico maggiorenne dei tre fermati è stato sentito stamattina in carcere dal Gip, assistito dal suo legale, l'avvocato Isabella Linguanti. Ha confessato confermando la versione già resa al pm, di avere preso parte alle fasi dell'aggressione e che il coltello era suo. Ma ha anche una ferita alla mano, refertata al pronto soccorso che sosterrebbe di essersi procurato per porre fine al pestaggio, un colpo di spranga lo avrebbe preso anche lui.
Il pm di Ragusa, Silvia Giarrizzo, ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere, misura non idonea per la difesa, per la giovanissima età del ragazzo, maggiorenne da qualche mese, e per la condotta collaborativa immediata. Il giudice si è riservato. Domani presso il Tribunale dei minori di Catania verranno invece sentiti i due minorenni, entrambi del 2007 coindagati nel delitto.
Potrebbe essere l'esito dell'esame autoptico che si è svolto nel pomeriggio di ieri a fare luce su chi abbia fatto cosa, su come sia morto il Marouene Slimane alle 4.30 del mattino dell'1 gennaio, fuori dalla discoteca Dolce Vita di Vittoria, quale sia stato il colpo mortale e se la vittima era in grado di opporsi o meno. L'autopsia è stata eseguita ieri nel tardo pomeriggio al cimitero di Vittoria dal medico legale Giuseppe Algieri e dal tossicologo forense Pietro Zuccarello che erano stati incaricati nella stessa giornata. Novanta giorni per il deposito delle risultanze.