AGI - Iniziano formalmente le esequie di Joseph Ratzinger, che verrà sepolto fra tre giorni ma oggi viene esposto a San Pietro per ricevere il saluto della gente. Giornata plumbea dopo un periodo di sole fuori stagione, non ci sono le folle oceaniche che scesero a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Per le forze dell'ordine si registrano 40 mila pellegrini. La fila scorre veloce e, anche se parte da fuori del Colonnato, basta un pugno di minuti, una volta passati i controlli di sicurezza, per arrivare al cordone rosso che segna il punto più vicino alle spoglie del Papa emerito.
L'arrivo di Mattarella e Meloni
L'afflusso inizia alle nove del mattino ma il primo ad entrare, già alle 8.50, in una Basilica vaticana chiusa ancora al pubblico, è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Insieme a lui la figlia Laura. Si fermano per qualche istante sul lato destro, a mani giunte, davanti all'Altare della Confessione. Subito dopo Mattarella la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, accompagnata da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Segno della croce, un breve inginocchiamento, poi raccoglimento lungo una delle quattro panche laterali. Dall'altro lato il cardinale Michael Harvey, arciprete di San Paolo fuori le Mura, e alcune suore intente a recitare il rosario. Ratzinger è vestito con i paramenti sacri, rosso su bianco, la mitra e scarpe nere, senza pallio nè croce pastorale. Un segnale per un papa che, tra i tratti distintivi del suo pontificato, aveva quello di portare scarpe rosso vermiglio. La collocazione all'interno della Basilica corrisponde a quella della salma del suo predecessore Wojtyla: l'altare della Confessione.
La traslazione della salma dal Mater Ecclesiae, il monastero avvolto nel verde dei Giardini Vaticani che Joseph Ratzinger aveva scelto come sua dimora dopo la rinuncia al pontificato del 2013, è avvenuta subito dopo le 7,00. E' stato il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, a presiedere il rito successivo, durato dalle 7.15 alle 7.40. Prima ancora l'ultima preghiera comune di monsignor Georg Gaenswein e delle Memores Domini che di Ratzinger hanno avuto cura in questi anni.
La previsione è di circa sessanta mila o più pellegrini nel corso dei tre giorni; già sabato il prefetto di Roma, Bruno Frattasi, prevedeva per il 5 gennaio, giorno dei funerali presieduti da Papa Francesco, un afflusso di 50-60mila persone. Nessuna anticipazione sulle modalità della funzione, che comportano uno studio particolare in quanto si tratta di un evento senza precedenti, nè sulle delegazioni che parteciperanno. Le uniche due ufficiali, è stato fatto sapere fin da subito, saranno quella italiana e tedesca, e quindi si immagina una rappresentanza ai massimi livelli.
Per quanto riguarda la forma liturgica, tutto è rimandato a una comunicazione che arriverà tra domani e dopodomani. Intanto dalla Cei si fa sapere che il segretario della Conferenza episcopale, monsignor Baturi, ha rinviato una visita a Leopoli per permettere alle chiese ucraine la partecipazione alle esequie. Da parte di chi ed in quale forma, anche questo è ancora da capire. Così come è da capire chi sarà, tra le personalità europee e mondiali, che verrà a titolo personale.
Nel frattempo la fila si snoda, la gente si fa il segno della croce. I cardinali hanno già quasi tutti reso l'ultimo saluto nella giornata di ieri, nel convento di Mater Ecclesiae, tra la quiete e la discrezione dei giardini. Ratzinger, che non ha più l'Anello del Pescatore simbolo del ministero petrino perchè fu lui stesso a sfilarselo quasi dieci anni fa, riposerà nelle Sacre Grotte Vaticane, dove già fu tumulato Giovanni Paolo II prima di essere spostato in Basilica.