AGI Numeri che non tornano, nessuna struttura di controllo, informazioni troppo scarne su gare e affidamenti. È molto severo il giudizio che la Corte dei Conti lombarda dà del Comune di Mantova sull’utilizzo dei 50 milioni e mezzo assegnati dal Pnrr. E anche la ‘vigilanza’ della task force della Regione sembra essere messa in discussione, quantomeno perché non emerge dalle carte in possesso dell’organo contabile.
Nella delibera dei giorni scorsi, la sezione di controllo della Corte dei Conti analizza la gestione dei fondi fino al 31 ottobre 2022 da parte del Comune “soggetto attuatore di 9 interventi per 4 missioni” relative a digitalizzazione, verde, istruzione e ricerca, inclusione. Ci sono otto milioni che non ‘tornano’, si legge nelle conclusioni della delibera.
“Il raffronto coi dati trasmessi dal Comune indica un significativo scostamento: per l’Ente gli interventi finanziati col Pnrr sono pari a 50.534.253,87 mentre sul Regis (la piattaforma dove risultano le varie fasi di attuazione del piano, secondo quanto stabilito dal Mef) l’importo dei progetti riferiti dal Comune è di 42.099.915,23 euro.
Inoltre, “non risulta costituita una specifica struttura di controllo o indicato un dirigente per il coordinamento e il controllo dei programmi, progetti e interventi del Pnrr”, “le informazioni sull’espletamento delle gare e degli affidamenti acquisite nel corso dell’istruttoria, su altre banche dati e reperibili sul sito del Comune non sono soddisfacenti”.
I magistrati contabili ricordano che la Regione Lombardia ha creato una task force incaricata di aiutare gli enti locali in stretto raccordo con loro. “L’attività istruttoria espletata nel corso del 2022 nei confronti del Comune di Mantova – osservano – non evidenza alcuna specifica governance in ambito comunale e parimenti non è stato possibile apprezzare se e in quale misura la task force regionale abbia fornito assistenza all’ente locale”.