AGI - Il 2022 che si sta per chiudere? Da punto di vista sociale è stato l’anno del lento ritorno alla quasi-normalità. Almeno “siamo tornati a viaggiare e condividere momenti, nonostante un’atmosfera cupa data dalla guerra nel cuore dell’Europa”, scrive il Gambero Rosso, rivista cult degli inossidabili gourmet, ma è stato anche l’anno “dei chiodi fissi e delle ossessioni che non ci hanno dato scampo”, cioè quelle tendenze che ci hanno massaggiato se non proprio “martellato” il cervello. Per esempio?
L’ossessione di vini naturali nella ristorazione, definiti con questi aggettivi: “Non convenzionali, imprevedibili, garage wine, di piccoli e piccolissimi produttori, naturali come punto di partenza, estremi, ribelli, inconsueti autarchici”, ma non sono una novità bensì “una tendenza talmente diffusa da diventare ossessione” da “piccolo è bello” in stile new economy del Nord-Est anni ’80-’90. Segue l’ossessione hôtellerie tra “hotel extralusso con proposte pop” caratterizzate da nuove aperture che hanno invaso la penisola, guidati dai migliori cuochi italiani, “ma anche bistrot, cocktail bar, trattorie, gastronomie con cucina”. Sempre con stile, servizio e affacci da 5 Stelle, “ma con spirito democratico”.
Non manca poi l’ossessione per l’attrezzatura tecnologica. In testa i bioreattori: “Attrezzature per la fermentazione a vari livelli: dalle pastelle orientali ai sottaceti, dall’uovo nero all’aglio, dalla pasta di soia fino ai brodi chiarificati e ai fondi, tutto l’universo del fermentato è esploso e ormai in una cucina che punti a suscitare un minimo di interesse non possono mancare”. Segue il mito della lattuga: Più umile della pur umile patata, più semplice del sedano rapa, “la lattuga è ingrediente invisibile ma onnipresente nelle cucine, soprattutto quelle domestiche” che però ora “ha conquistato il suo angolo di gloria anche davanti a stufe d'autore”. Sdoganatori d’eccezione: Davide Guidara e Niko Romito, quest’ultimo chef pluristellato.
Tra le ossessioni delle ossessioni non manca il classico maritozzo romano ripieno di panna. Scrive il Gambero: “La ricetta classica rimane sempre la più gettonata, ma sono andate fortissimo pure le riletture, da quella con sorpresa di crema pasticcera all’interno passando per le rivisitazioni di impasti e farciture, che sono sfociate fino alle sfiziose varianti salate ideali all’aperitivo”. E poi via con l’ossessione dei gelati “destagionalizzati” nell’idea di “diversificare per sopravvivere al caro bollette” e arrivare al “panettone farcito di gelato”, il primo prodotto già diventato eterno nella produzione e nella durata stagionale (pure a Ferragosto).
Ultima delle ossessioni: il drink mixology. Naturalmente “d’autore escludendo però l’alcol”. Tendenza per tipi misurati. Specie i ragazzi. Strategia antisballo a prova di incidente notturno.