AGI - Da Gryphon a Cerberus, passando per BF.7: nomi evocativi o fredde sigle alfanumeriche, le varianti del Covid sono tornate al centro dell'attenzione dopo il boom di contagi in Cina, seguito alla riapertura decisa da Pechino dopo anni di misure draconiane. Il timore è che l'enorme numero di casi, e quindi di replicazioni virali, favorisca la nascita di nuove varianti più aggressive e diffusive. Al momento la tumultuosa corsa darwiniana del virus si è fermata alla lettera Omicron, dopo essere passati, tra le altre, per le varianti Beta e Delta, protagoniste di altrettante ondate. Ed è Omicron praticamente il 100% dei casi di Covid in Italia, stando all'ultima flash survey dell'Istituto superiore di sanità pubblicata il 24 dicembre.
L'attenzione, al momento, si concentra quindi sulle sottovarianti di Omicron, che si ramificano anche in ulteriori sottolivelli, meglio definiti sottolignaggi. I pochi dati giunti dalla Cina, citati anche dal ministro Schillaci nell'informativa di oggi alle Camere, parlano di una forte crescita di BA.7: sarebbe questa, "figlia" della sottovariante BA.5, a trainare lo tsunami di contagi cinese. Ma la sua presenza è minoritaria in Europa e in Italia in particolare, dove l'ultimo report Iss parla di una prevalenza inferiore al 10%, addirittura in calo rispetto al 14,6% della precedente rilevazione. Più preoccupante 'Gryphon', esotico nome di XBB.1.5, a sua volta figlia dell'incrocio di due varianti di BA.2.
Secondo le prime valutazioni degli esperti non sarebbe più patogenica, ma potrebbe eludere meglio l'immunità da infezione o da vaccino, e per questo diffondersi più rapidamente. Ma anche in questo caso, l'Iss segnala una presenza ancora ridotta nel nostro Paese, solo 36 sequenze rilevate nell'ultima survey (su oltre 1.500 totali), 2 in meno della precedente rilevazione. Nella corsa continua delle sottovarianti per scavalcarsi a vicenda, quella al momento più "in forma" a livello globale è Cerberus, o BQ1: data in forte crescita anche da noi (sempre nell'ambito di Omicron).
L'ultima survey dell'Iss evidenzia un "significativo aumento", arrivando a rappresentare il 64,1% (vs 30.7% della precedente indagine), sul totale dei campioni BA.5. "La variante BQ.1 è attenzionata a livello internazionale - sottolinea l'Iss - per la presenza di ulteriori mutazioni rispetto a BA.5, quali la R346T, nella sequenza codificante la proteina spike, mostrando un significativo vantaggio di crescita rispetto ad altre varianti".
Omicron 5 rimane comunque predominante, anche se preoccupa la cugina Omicron 2 (o BA.2), spinta dalla sottovariante Centaurus: "Tra le 95 BA.2 - si legge nel report Iss - sono stati identificati 25 sotto-lignaggi, oltre al lignaggio parentale BA.2. Si segnala la presenza di 75 sequenze riconducibili a BA.2.75 (la cosiddetta 'Centaurus') e relativi sotto-lignaggi". Le differenze tra tutte queste variazioni sul tema spesso sono minime, ma a volte sufficienti a conquistare un vantaggio competitivo rispetto alle varianti simili.
Nel caso di Gryphon, ad esempio, le sue caratteristiche le consentono di dribblare meglio gli anticorpi, e di rafforzare il legame con il recettore Ace2 che si trova sulle cellule umane. Rimanendo nella grande famiglia della variante Omicron, è molto probabile che la patogenicità rimanga bassa: è comune a tutte le ramificazioni della "famiglia" la tendenza ad attaccare prevalentemente le vie aeree superiori, causando mal di gola, raffreddori e febbri, e risparmiare quelle inferiori, e quindi le conseguenti polmoniti interstiziali. Il problema è nella capacità di diffusione, come è stato evidente quando Omicron, all'inizio del 2021, ha scalzato le altre varianti causando un'ondata enorme dal punto di vista dei contagi, e quindi di nuovo molti casi gravi e decessi, pur essendo in proporzione assai inferiori rispetto per esempio alla variante Delta.
E' questo timore che sta facendo tornare a salire l'allarme globale, come sintetizza proprio l'Iss nelle conclusioni del suo ultimo report: "Nell'attuale scenario, in cui si nota una co-circolazione di varianti e numerosi sottolignaggi, è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria".