AGI - Hasib Omerovic - il 36enne rom precipitato dalla finestra del suo appartamento a Primavalle, a Roma, lo scorso 25 luglio - è stato minacciato, legato a una sedia e picchiato da un poliziotto prima di fuggire e scivolare nel vuoto.
Perché, quella finestra aperta, era per Omerovic - in stato di forte sconvolgimento psichico - "una possibilità di 'salvezza’", l'unica via di uscita all'inferno vissuto nelle mani del suo aggressore. E quell'agente di polizia - Andrea Pellegrini - oggi è stato raggiunto da una misura cautelare agli arresti domiciliari, eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile - celermente e con un lavoro di grande trasparenza, specifica la Questura - firmata dal gip di Roma Ezio Damizia.
Nelle 61 pagine si descrive l'orrore vissuto da Hasib quel giorno d'estate, denunciato dai familiari dell'uomo e che ha portato l'onorevole Riccardo Magi a presentare una interrogazione parlamentare all'allora ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
Nei confronti di Pellegrini l’accusa è quella di tortura. Ma non è l'unico agente indagato nel fascicolo. Infatti sono altri 4 i poliziotti indagati. Per loro l'accusa è quella di falso e depistaggio, in concorso con lo stesso Pellegrini, per avere attestato il falso nell’annotazione di servizio redatta dopo l’attività eseguita.
In particolare a Pellegrini, nel capo di imputazione, viene contestato di avere "con abuso dei poteri e in violazione della funzione, nel corso dell'attività volta all'identificazione" di Omerovic e con "il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia" causato all’uomo, affetto da sordomutismo, "un verificabile trauma psichico, in virtù del quale precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti". Hasib era finito poi ricoverato in rianimazione al Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
Questa è la ricostruzione della procura che, in parte, si differenzia dalla denuncia presentata dai familiari di Hasib che si basava sul racconto della sorella minore del 36enne, presente sul luogo dei fatti. Nella denuncia, che aveva portato inizialmente la procura ad aprire un fascicolo per tentato omicidio contro ignoti, si raccontava che, oltre alle botte, i poliziotti avevano preso Hasib per i piedi e lo avevano lanciato dalla finestra. Per il momento quest'ultima parte del racconto non ha trovato conferme.