AGI - Italia solidale con i migranti a solo a senso alternato: bene chi arriva dall'Ucraina, male se si arriva dall'Africa. Lo scrive la Fondazione Migrantes nel suo ultimo rapporto, pubblicato questa mattina. "Ci troviamo in un’Unione europea e un’Italia 'sdoppiate', solidali con gli ucraini e discriminanti e in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con altri", scrivono nell’introduzione a "Il diritto d’asilo. Report 2022" le curatrici Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti.
"Per qualcuno le frontiere sono aperte, mentre per altri non lo sono nemmeno i porti dopo un naufragio. A essere a rischio è lo stesso diritto d’asilo e persino lo stato di salute delle nostre democrazie", prosegue il dossier, "In questo quadro di pesanti trattamenti discriminanti sia internazionali che nazionali si aprono interrogativi scomodi: i bambini sono davvero tutti uguali? Godono tutti degli stessi diritti? Le persone in fuga da conflitti e guerre che hanno già perso la casa e magari persone care non sono tutte uguali e non hanno tutte gli stessi diritti?".
Il rapporto definisce inoltre infondate le paure per la sicurezza in Italia: "nel 2022 si è imposto per dimensioni, naturalmente, il flusso di profughi che ha attraversato le frontiere italiane in fuga dall’Ucraina, dimostrando che anche un flusso improvviso di rifugiati di (171.500 a fine settembre), con una portata più che doppia rispetto agli “sbarchi” dal Mediterraneo (71.300 persone alla stessa data) ha un impatto pari a zero sulla stabilità e sulla “sicurezza” di uno Stato come l’Italia".
Per quanto riguarda i corridoi umanitari promossi dal privato sociale e dalle Chiese in collaborazione con i governi "hanno permesso di accogliere in Europa dal 2016 all’inizio di settembre di quest'anno 5.074 rifugiati, di cui 4.350 solo in Italia. A queste iniziative si sono aggiunti a partire dal 2019 (per quanto su una scala di grandezza che è ancora molto più ridotta) i programmi dei 'corridoi universitari' per studenti rifugiati promossi dalle Università italiane in collaborazione con l’UNHCR e, nel 2021, il progetto dei “canali di studio”, sempre in Italia, per minori non accompagnati rifugiati in Niger".