AGI - Banchettano in strada, si intrufolano dentro ospedali e persino nelle scuole. I topi ‘padroni di Roma’ scorrazzano tra cassonetti, negozi, cantine e abitazioni private. Ratti in centro e in periferia.
Nei ristoranti, negli uffici vicino alle bellezze eterne della Capitale. Ma popolano anche soffitte e tetti. Sotto (fogne) e sopra (tetti e alberi) la città. L’autunno avanza, le temperature si abbassano ma l’emergenza topi è una costante.
Un’emergenza legata anche a fattori di carattere igienico-sanitario. “Siamo invasi. La situazione è fuori controllo”, dice all’AGI, Francesco Gullo, direttore tecnico della Romana Ambiente una delle maggiori aziende di derattizzazione del territorio.
L'annuncio del Comune "bando pronto a partire"
Fermo al palo dal 2020 il bando da 6,1 milioni di euro (indetto dopo un lungo parto dalla giunta Raggi) per la derattizzazione di tutta la città è pronto a partire. Lo annuncia all’AGI il Comune.
In attesa di un intervento massiccio, i rifiuti che trasbordano dai cassonetti rimanendo per giorni in strada sono la ‘culla’ ideale per i ratti che trovano nella strada il loro habitat naturale. Si nutrono, si riproducono e crescono. Ormai, anche se manca un censimento ufficiale, la certezza diffusa tra gli addetti ai lavori è che ci siano più ratti che romani.
"Situazione drammatica"
"A causa del cibo intorno ai cassonetti dei rifiuti - spiega Gullo - la popolazione dei topi si sviluppa a dismisura. Noi come singola azienda stiamo facendo 5000 interventi al mese di derattizzazione, circa 150 al giorno. Proprio in questo periodo la nostra attività ha raggiunto il picco. I topi sono ovunque in città, dal centro alla periferia. La situazione è drammatica. Interveniamo sia in edifici pubblici, come gli ospedali, sia in ristoranti e sia in case private”. Basta girare per Roma per capire la portata del problema. Siamo invasi. Poi il ratto ha meno paura dell’uomo: si è abituato a mangiare vicino ai cassonetti che sono diventati ormai la sua casa. Ormai sembra di stare in India”.
La città divisa in 6 aree per la derattizzazione
Il Comune di Roma, interpellato dall’AGI, annuncia lo sblocco del bando per fine anno quando saranno definite tutte le pratiche per l’aggiudicazione definitiva degli appalti. A inizio 2023, dunque, sarà avviata l’attività di derattizzazione e di controllo in tutta la città che è stata divisa in 6 aree, ognuna affidata ad una ditta del settore. L’accordo quadro, in particolare ha come oggetto: “il servizio integrato concernente gli interventi di derattizzazione, di contrasto a tutte le specie di Culicidi (zanzare), di disinfestazione contro altri artropodi infestanti e di controllo delle specie ornitiche sinantrope nel territorio di Roma Capitale, per il periodo di tre anni”.
Fino ad ora, per quanto riguarda, gli interventi pubblici “si è proceduto sulla base delle segnalazioni dei cittadini ed effettuati sopralluoghi in tutti i Municipi, da parte del Dipartimento capitolino Tutela Ambientale, al fine - secondo quanto spiega il Comune - di intervenire sui fattori che favoriscono gli agenti infestanti. In particolare l'area maggiormente trattata è stato il centro storico, dove il fenomeno è più rilevante per la presenza di molti esercizi di ristorazione”.
Dal topo di fogna al topolino da divano
Dalle fogne agli alberi, dai tetti ai divani di casa. Ogni specie di topo – sono tre le principali a Roma – ha le proprie preferenze. Sia in fatto di dieta che di ‘alloggio’. “Abbiamo il ratto delle chiaviche” spiega all’AGI, il biologo Fernando Pasqualucci. Corpo tozzo, nero, orecchie piccole e pelose, piedi grossi.
“E’ il cosiddetto topo di fogna a cui piace l’acqua, scava e vive nel sottosuolo dei centri abitati. Ha una stazza grossa, è aggressivo ed ha una dieta proteica. Poi c’è "il ratto dei tetti a cui piace arrampicarsi e vive in alto, sugli alberi. Infine, c’è il topolino delle case che pesa 20 grammi, quello tipico e carino ma quando si trova in una casa fa i suoi danni”. Per ridurre la popolazione di topi, secondo l’esperto, occorre agire sulla prevenzione.
“Bisogna limitare la disponibilità di alimenti con un controllo più serrato del ciclo dei rifiuti, Inoltre occorre impermeabilizzare gli edifici, eliminare le crepe sui muri e controllare che le porte quando sono chiuse siano sigillate. Un ratto di chiavica può entrare in fori e spaccature di un paio di centimetri”.