AGI - La diffusione "pilotata e arbitraria" di intercettazioni è una "porcheria": "non è civiltà, libertà, è una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica su cui questo ministro è disposto a battersi fino alle dimissioni". È la dura presa di posizione del Guardasigilli, Carlo Nordio, in audizione in Commissione Giustizia della Camera.
Il ministro ha ricordato come il "vulnus" derivante dalla diffusione di intercettazioni "non ha colpito solo politici e amministrativi, ma anche magistrati". Tra questi, ha ricordato Francesco Misiani e l'episodio del bar Mandara, Michele Coiro e Loris D'Ambrosio, oltre alla ex ministra Federica Guidi.
Nordio si è anche difeso da alcune critiche che ha ricevuto nei giorni scorsi. "Non è vero che ho accusato i pm di aver diffuso queste notizie, ma c'è un problema di vigilanza: è un problema se non vigili abbastanza per evitare che persone, anche non indagate, vengano delegittimate e il loro onore compromesso".
Separazione delle carriere
Sono molti i temi toccati dal ministro durante l'audizione. Parlare di "pm sotto l'Esecutivo", ha sottolineato, "è una "bestemmia". Tra questi spicca la questione, sempre spinosa, della separazione delle carriere in magistratura. Per Nordio, parlare di "pm sotto l'Esecutivo è una bestemmia".
Una Corte per disciplinare le toghe
"Un'alta Corte, formata da giuristi indipendenti" e "svincolata dalle correnti della magistratura". Questa invece la proposta per le valutazioni disciplinari delle toghe. "Non esiste al mondo che qualcuno venga giudicato da una persona che lui stesso ha eletto e alla quale magari è legata da un legame correntizio di cui abbiamo visto di recente pessimi esempi", ha detto Nordio ricordando l'attuale sistema disciplinare per i magistrati la cui competenza a giudicare è affidata ad un'apposita sezione interna al Csm. La proposta di un'alta Corte, ha ricordato il ministro, era stata contemplata già ai tempi della bicamerale presieduta da Massimo D'Alema.
Pnrr e riforma Cartabia
"L'Amministrazione della Giustizia continua il suo impegno previsto dal Pnrr". Lo ha detto il Guardasigilli Carlo Nordio nella sua audizione alla Camera, sottolineando che "il rinvio della riforma Cartabia e' stato un atto necessitato, e' stato accolto il grido di dolore dei magistrati", ma "il termine e' invalicabile - ha aggiunto - e va assolutamente rispettato per poter ottenere gli aiuti europei". Sulle scelte future del governo, infine, ha sottolineato come avranno "priorità" le riforme in materia di giustizia che "possono e debbono avere un impatto diretto sull'economia".