AGI - Si torna a cercare con le prime luci del mattino le quattro persone ancora nella lista dei dispersi della frana che sabato scorso alle 5 di mattina ha investito dal monte Epomeo via Celario e la zona dei Gradoni a Casamicciola Terme, piccolo comune di Ischia.
I vigili del fuoco, la Protezione civile, insieme alle forze dell'ordine e con l'aiuto di cani specializzati, continuano a setacciare e a scavare il fango solidificato e rimuovere massi anche a mani nude nelle due aree vicine dove sono stati rintracciati i corpi di 8 vittime, e le squadre si daranno il cambio per non avere interruzioni nel lavoro. Nelle strade, nelle case e nei negozi ancora in piedi torneranno anche i volontari per spalare il fango, compresi gli studenti ancora senza lezioni e senza una data di rientro a scuola.
La ricerca è spasmodica, anche perché nelle prossime ore è atteso il ritorno del maltempo e della pioggia battente, e si concentra in via Celario. Il più grave dei 5 feriti provocati dalla frana, all'ospedale Cardarelli di Napoli, migliora. Gli sfollati, 230 per la prefettura, 284 sfollati seondo fonti del comune di Casamicciola, hanno trascorso in hotel o da parenti e amici la loro terza notte fuori casa, e questa mattina andranno ancora alla spicciolata con volontari a cercare di prendere qualcosa nelle abitazioni ancora in piedi.
La procura intento va avanti nella sua indagini per ora contro ignoti, acquisendo documentazione oltre che continuando nei rilievi. La lista dei dispersi è fatta da Valentina Castagna e Gianluca Monti, giovani genitori dei tre fratelli già trovati, Salvatore Impagliazzo, compagno di Eleonora Sirabella, la prima vittima ufficiale della sciagura, e un altra persona.
Intanto il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin replica alle polemiche seguite a una sua dichiarazione a proposito dei sindaci da arrestare per disastri come quello di Ischia. "Se qualcuno non fa la sua parte entro un tempo ragionevole allora devi poterlo sostituire. Non posso rimanere appeso ai misteri della burocrazia, ai rimpalli, al benaltrismo per cui c'è sempre da qualche altra parte una fantomatica soluzione migliore. E se poi si trova che qualcuno, e sia chiaro parlo in generale, non ha fatto il suo dovere, allora si abbia il coraggio di punirlo. Senza cadere nella stucchevole retorica del giorno dopo, dove tutto è bianco e nero allo stesso tempo". Lo spiega in una intervista a il Giornale. "La tragedia di Ischia tocca almeno due grandi questioni: l'abusivismo e la lentezza esasperante delle procedure", aggiunge il ministro.
E anche sul condono la polemica prosegue, con l'ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio che in un'intervista a Il Foglio precisa: "Il condono a Ischia da parte del governo Conte nel 2018 ci fu eccome. Il provvedimento faceva riferimento a uno dei condoni più grandi che siano mai stati fatti, quello del 1985. Negare che quello del 2018 fu un condono è come negare l'evidenza".
E Delrio chiarisce anche che "Se si trattava di velocizzare le pratiche che riguardavano un migliaio di case, si sarebbero potute avviare le procedure accelerate solo per quelle case, per esempio rafforzando gli uffici". "Il messaggio che invece venne fuori fu di tutt'altra natura, e cioè - aggiunge - che finalmente si sarebbero sanate tutte le migliaia di richieste di condono edilizio".
Ma al Delrio replica l'ex ministro dell'Ambiente Sergio Costa che riconosce come "un cazzotto nello stomaco" il titolo dell'articolo 25 del decreto Genova che recita: "Definizione delle procedure di condono".
In una intervista al Corriere del Mezzogiorno, Costa spiega che con l'articolo "semplicemente si voleva proceduralizzare i tre condoni precedenti. Io l'avrei chiamato in altro modo, ma è come giudicare una persona dal nome".