AGI - Scrive il New York Times che alcune aziende vinicole” aggiungono zucchero ai vini rossi secchi dopo la fermentazione” in modo che abbiano un sapore più “morbido” per il palato americano”, però il giornale si chiede anche: come si fa a sapere quanto zucchero c’è nella bottiglia o nel bicchiere di quello che si sta sorseggiando?
La risposta, secondo il quotidiano, sta nella dichiarazione di Nancy Light, vicepresidente delle comunicazioni per il Wine Institute, la principale associazione di difesa dell'industria vinicola della California, secondo cui “il vino è per natura un po' acido e gli aggiustamenti possono aiutare a bilanciare gli elementi di dolce e acido”, quindi i produttori di vino “sono autorizzati dalle normative governative ad apportare modifiche alla dolcezza” dopo la fermentazione per ottenere gli stili di vino desiderati.
Tuttavia, secondo il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, “un bicchiere da cinque once di vino rosso da tavola (poco più di 141 gr) contiene in genere circa 0,9 grammi di zucchero totale, mentre un bicchiere di chardonnay contiene circa 1,4 grammi. Un vino dolce da dessert, tipicamente servito in un bicchiere più piccolo da due a tre once, contiene fino a 7 grammi di zucchero”. Ma a seconda di dove è stato prodotto il vino, “il totale può includere zucchero aggiunto o da succo d'uva non fermentato, insieme allo zucchero che si trova naturalmente nell'uva”.
Scrive il Times che le linee guida dietetiche per gli americani del 2015 raccomandano di “limitare l'assunzione di zuccheri aggiunti a non più del 10% delle calorie giornaliere, ovvero circa 12 cucchiaini o 50 grammi” mentre l'American Heart Association raccomanda “di limitare ulteriormente l'assunzione: non più di sei cucchiaini (circa 25 grammi, o 100 calorie) al giorno per le donne e non più di nove cucchiaini (36 grammi, 150 calorie) al giorno per gli uomini”.
In genere, però, le percentuali sono indicate sulle etichette.