AGI - Potrebbe essere a una svolta l'inchiesta sulla scomparsa di Saman Abbas, la giovane di origine pakistana che si ritiene sia stata uccisa dai parenti per aver rifiutato un matrimonio combinato in patria. I resti di un cadavere sotterrati all'interno di un casolare abbandonato, sono stati trovati nelle campagne del comune di Novellara a poche centinaia di metri dalla casa dove la ragazza viveva.
A rinvenirli, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia insieme ai colleghi della compagnia di Guastalla, sotto il coordinamento della Procura di Reggio Emilia, diretta da Calogero Gaetano Paci.
Per l'intera giornata sono continuati i rilievi. Le operazioni si preannunciano molto lunghe, delicate e potrebbero richiedere alcuni giorni. Poi la riposta defintiva verrà dall'esame del dna.
"È prematuro dire qualcosa, le attività sono in corso: valuteremo il da farsi all'esito del recupero dei resti ritrovati. Ovviamente procederemo a tutti gli accertamenti necessari e servirà qualche giorno", ha confermato il procuratore Paci.
Indagati per omicidio sono in 5. Oltre ai genitori, il padre Shabbar, arrestato il 12 novembre in Pakistan e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante, alla sbarra ci sono anche tre familiari arrestati nei mesi scorsi all'estero, in Francia e in Spagna: lo zio 34enne Danish Hasnain, ritenuto l'autore materiale dell'omicidio, e i due cugini Ikram Ijaz (28enne) e Nomanhulaq Nomanhulaq (35 anni). Il processo è stato fissato per il 10 febbraio 2023.
La 18enne svanì nel nulla il 30 aprile 2021. Determinata, coraggiosa, secondo quanti la conoscevano, sognava una vita diversa rispetto al 'futuro' deciso per lei dalla sua famiglia. Per questo, ipotizzano investigatori ed inquirenti, è stata uccisa. Aveva un fidanzato, un connazionale conosciuto sui social. Un ragazzo con cui forse voleva scappare per iniziare una nuova vita.
In un video pubblicato su Tik Tok nel giorno del suo 18esimo compleanno, Saman appare come una delle tante ragazze che si incrociano per strada. In realtà la sua è una storia non comune. Quel giorno 'speciale' non lo trascorre in famiglia come la maggior parte delle coetanee ma in una comunità protetta, nella periferia del capoluogo emiliano.
La giovane infatti aveva denunciato padre e madre per le nozze combinate: nel novembre 2020 viene trasferita nella struttura di protezione. Cosi' le nozze gia' fissate per il 22 dicembre, quattro giorni dopo il 18esimo compleanno della ragazza, non si celebrano. E i carabinieri denunciano il padre e la madre per costrizione al matrimonio.
Dopo alcuni mesi trascorsi in comunità, l'11 aprile 2021 Saman decide di tornare a casa. Ha in programma un breve soggiorno. Vuole prendere i suoi documenti la carta di identita', ed andarsene via di nuovo. Probabilmente vuole partire con il fidanzato. Scatta allora la reazione dei parenti che, sempre secondo le ricostruzioni investigative, la uccidono