AGI - "Perdere mio papà in circostanze così inspiegabili è stato come perdere la bussola. Ma il suo ricordo è l'ago di questa stessa bussola: mi indica di vegliare su una situazione che può e deve essere rassettata. Nessun altro dovrà perdere la vita in quel tragitto, nessun altro dovrà piangere una vita persa in questo modo". A parlare all'AGI è Corrado Cappello, figlio di Giuseppe, agente penitenziario che perse la vita nella tragica notte del 25 ottobre del 2019.
Cappello volle andare comunque a lavoro, nonostante le condizioni proibitive e, a bordo della sua autovettura, fu trascinato dalla furia dell'acqua e del fango per l'esondazione del canale di scolo che attraversa la strada statale 115 nel siracusano.
"Ma le tragedie hanno la memoria corta", afferma il figlio. "A distanza di tre anni, la messa in sicurezza di quel maledetto tratto stradale sembra non costituire più un'urgenza. Né i recenti casi nelle Marche, nel trapanese e a Maratea sono apparentemente serviti per smuovere le alte coscienze e ricondurre la macchina amministrativa in carreggiata. Che era partita, sì. Ma dopo un vorticoso susseguirsi di procedimenti burocratici e tempistiche omeriche, tutto sembra essersi impantanato".
Corrado Cappello, da quella drammatica notte, si è messo a studiare la tematica. "Proprio nel quadro dell'intervento straordinario denominato 'Intervento per la messa in sicurezza e pulizia dell'alveo del Torrente Cava Graniti in C.da Zacchitta - Stafenna nel Comune di Noto (SR) a seguito degli eventi alluvionali del 25 e 26 ottobre 2019, risale al 24 maggio di quest'anno la disposizione del Dipartimento Regionale di Protezione Civile con cui venivano revocati dagli incarichi il RUP (responsabile unico del procedimento, ndr), il collaboratore al RUP ed i componenti dell'ufficio di progettazione e D.L., i quali "evidenziando il variato carico di lavoro, l'obsolescenza delle attrezzature in dotazione e la mancanza di software adeguati" avevano chiesto "di poter essere sostituiti dai rispettivi incarichi".
"Il torrente Stafenna - Granati e l'annesso sottopassaggio che attraversa la S.S. 115, tra i comuni di Noto e Rosolini, rischiano quindi di riconvertirsi in un fiume in piena e necessitano di un intervento immediato. Ma se #iononrischio, allora non vuole rischiare neppure la Regione? Qualcuno vuole forse smarcarsi - conclude Cappello - dalle responsabilità di un'eventuale ulteriore tragedia annunciata, optando per uno sterile immobilismo apparentemente privo di colpevolezza? Homines, nihil agendo, agere consuescunt male".