AGI - È stata assolta l'insegnante di sostegno Orsola Caputo, una delle tre donne imputate di concorso in omicidio colposo per omessa vigilanza in relazione alla morte di Leonardo, il bambino di quasi sei anni precipitato il 18 ottobre 2019 dal secondo piano della scuola elementare "Giovanni Battista Pirelli" di Milano.
Lo ha deciso il giudice monocratico dell'undicesima sezione penale del Tribunale di Milano con la formula del fatto "non costituisce reato". Anche la procura con il pm Letizia Mocciaro aveva chiesto di di non condannare la maestra con la formula del "non aver commesso il reato".
"Siamo contenti di questo esito che restituisce alla mia assistita una serenità rispetto una vicenda dolorosa che ha visto due genitori soffrire per la perdita più grave, ovvero la morte di un figlio", ha commentato l'avvocato del foro di Salerno Michele Sarno, difensore di Caputo.
L'insegnante era una delle tre donne per cui l'accusa aveva chiesto il rinvio giudizio, però era stata l'unica a scegliere il rito ordinario professando la propria innocenza fin dalle prime battute della terrible tragedia. A maggio 2021 era stata invece condannata a un anno di reclusione con pena sospesa la docente di italiano poi assolta lo scorso febbraio in secondo grado dalla quinta sezione penale della corte di appello mentre la terza co-imputata, una collaboratrice scolastica, aveva in precedenza patteggiato una pena a due anni.
Dalle indagini dei Carabinieri era emerso che intorno alle 9.30 di quel giorno al bambino era stato concesso dalle due maestre di andare in bagno da solo. Nel rientrare in classe dopo aver utilizzato i servizi aveva trovato in corridoio una sedia girevole con le rotelle. A quel punto il piccolo l'aveva avvicinata alla balaustra e si sarebbe arrampicato sopra.
Probabilmente incuriosito dalle voci di altri bambini che si trovavano al piano inferiore si è sporto eccessivamente oltre il corrimano e ha perso l'equilibrio, precipitando per oltre 11 metri. Dopo essere stato soccorso e trasportato d'urgenza, il bambino era morto all'ospedale Niguarda. Per l'accusa le due insegnanti e la bidella avevano peccato di imprudenza, negligenza e imperizia, oltre che di non osservanza delle norme.