AGI - Incuneato al confine tra il Piemonte e la Francia, Sancto Lucio de Coumboscuro, piccolo villaggio isolato in quasi tutti i sensi, non è affatto facile da raggiungere. Per arrivarci si deve scendere all’aeroporto di Torino, prendere un treno e poi un autobus oppure guidare a lungo dal Sud della Provenza per poterlo raggiungere.
Soprannominato la “Piccola Provenza d’Italia”, al di là del nome, Sancto Lucio de Coumboscuro ha una sua propria caratteristica: la sua lingua ufficiale ancor oggi è il provenzale, “un antico dialetto neolatino medievale dell'occitano, la lingua parlata in tutta la regione francese dell'Occitania”, spiega il sito della Cnn nella pagina dedicatas ai viaggi e al turismo.
Nel Comune di Monterosso, Coumboscuro è il vallone laterale della Valla Grana in provincia di Cuneo e nel villaggio vivono solo una trentina di persone per le quali la vita è tutt'altro che facile. Coumboscuro è in gran parte formato da famiglie di pastori, che spesso trovano le loro mandrie attaccate dai lupi che qui vagano numerosi.
L'elettricità è spesso fuori uso per settimane durante l'inverno mentre la connessione a Internet è ai minimi livelli. E quando manca la corrente si ricorre alle vecchie lampade ad olio. Non ci sono bar, supermercati, ristoranti, alberghi ma un solo B&B con poche stanze.
E “coloro che prenotano per dormire nelle tradizionali capanne di legno assaggiano i prodotti freschi del frutteto e hanno la possibilità di acquistare lana premium di una pecora italiana autoctona chiamata Sambucana, nota anche come Demontina”, riferisce la Cnn, che sottolinea come qui “non c’è la Tv”.
From @CNN- Italy's "Little Provence," Sancto Lucio de Coumboscuro is an isolated village near the border b/w #Italy & France. The official language is Provençal, an ancient medieval neo-Latin dialect of Occitan, spoken in the Occitania region of France.https://t.co/kx45309O4K
— ItalianAmerican (@italamerican) January 24, 2022
Quella di Sancto Lucio de Coumboscuro è una comunità socio-culturale e linguistica che risale a secoli e che ha un forte senso di identità e appartenenza territoriale, di coesione. Anche se l’area della regione Piemonte in cui il piccolo paese si trova “è passata più volte nella storia tra il dominio italiano e quello francese, il che in qualche modo spiega ii fatto che i locali non si sentono né italiani né francesi, semplicemente provenzali”, sottolinea il giornale.
Circondato da boschi di noccioleti e frassini, è suddiviso in 21 minuscoli borghi disseminati nell'incontaminata Valle Grana, ciascuno composto da poche abitazioni in pietra e legno.
Le frazioni sono collegate da percorsi di trekking, mountain bike ed equitazione costellati di installazioni di land art, il suo centro storico è costituito da “solo otto pittoresche casette”. C’è tuttavia un Museo Etnografico Coumboscuro e un Centro di studi provenzali che tiene corsi di lingua provenzale e scrittura per principianti adulti e bambini.
Il provenzale, tuttavia, “rimane una lingua in via di estinzione a rischio di estinzione”, annota la Cnn, tanto da esser stato inserito nell’Atlante delle lingue del mondo in pericolo dall’Unesco dal 2010.