AGI - È finita la 'resistenza' del padre separato di 35 anni che si era barricato in casa col bimbo di 4 anni a Roncadelle, in provincia di Brescia. Dopo una lunga trattativa coi carabinieri si è convinto ad aprire la porta. Il piccolo sta bene. Sul posto anche il capo della Procura, Francesco Prete.
Il bambino è uscito in braccio alla mamma, i due sono poi saliti su un'auto e hanno lasciato il complesso residenziale.
La zona era controllata dagli agenti ma non era stata 'blindata' tanto che ha aperto anche un bar a pochi passi dall'abitazione. La via era transennata dai carabinieri che stanno cercando di farlo ragionare e uscire.
Tutto è iniziato nel pomeriggio di mercoledì quando l'uomo, dopo un incontro protetto col piccolo, ha aggredito l'assistente sociale per poi rintanarsi in casa col bambino. I militi hanno chiuso tutte le possibili vie di fuga per evitare che possa tentare di allontanarsi.
"E' solo un padre che ha perso le staffe ed è impazzito perché voleva vedere il figlio a cui questo diritto veniva negato, non è un mostro". Così viene descritto da un amico cherRacconta come più volte la madre gli avrebbe negato di stare "due ore alla settimana, come gli spettava" col piccolo.
"Lei lo stava facendo diventare matto: aveva contribuito a fargli chiudere la rivendita di auto che aveva aperto e, di fatto, il bambino lo cresceva lui perché lei lavorava. Vuole molto bene al figlio".
Secondo questa testimonianza, l'affidamento del bimbo sarebbe stato dato in esclusiva alla madre dal novembre del 2021 e da allora sarebbero iniziati i problemi. Ma anche che c'è stato un tentativo di aggressione nei confronti della donna proprio in quel periodo: "È andato dall'avvocato di lei nel suo studio di Iseo e ha tirato fuori un coltello e le ha detto che non avrebbero potuto andare avanti così, che lei doveva fargli vedere il bimbo. Ma il coltello l'ha tenuto in mano, non l'ha toccata".
La donna, stando al suo racconto, vivrebbe in una comunità protetta.