AGI - Il tempo passa ormai ad una velocità supersonica, tanto che tutto invecchia velocemente. Persino i Millennnials, a quanto riferisce il Paìs, secondo il quale “i nati tra il 1980 e il 1996 sono già i più anziani della rete”, cioè Internet.
Stiamo parlando di quella generazione che, coccolata da sociologi e guru del marketing, ora viene presa in giro proprio su TikTok, ultimo verbo social, “il luogo dove va in scena l'ultima battaglia generazionale” come definisce la disfida il quotidiano madrileno, rappresentandola così in modo derisorio: “La pausa millenaria”, #MillennialPause, con tanto di hashtag.
Scrive il Paìs: “Coloro che ora hanno 20 anni realizzano video imitando lo smarrimento di un Millennial di 30 o 40 anni davanti alla telecamera. Premono play e simulano una pausa prima di iniziare a parlare. Quei due secondi, dicono, tradiscono l’età” perché un vero appartenente alla generazione Zeta, nato tra il 1997 e il 2012 e cresciuto registrando sempre se stesso, “è tenuto a sapere che la fotocamera di TikTok funziona sempre”.
L’obiettivo degli Z è prendere in giro i Millennial e tutti i loro sforzi concentrati per non far sembrare vecchia un'intera categoria dei propri contenuti su TikTok. La frase e la considerazione più derisoria degli Z verso gli M è questa: “Li riconosco su WhatsApp quando sullo schermo appare 'scrivo', passano due minuti e continuano a scrivere. Cosa mi manderanno? Una lettera? Quando finalmente arriva il messaggio, non manca una virgola o una lettera maiuscola, non c'è un'abbreviazione. Scrivono un whatsapp come se fosse una e-mail”, racconta Jaime Villarroel, classe 2002. Per la generazione Z, il punto è un segno inequivocabile di essere nati nel XX secolo.
Millennials. Hasta escribir esa palabra suena a 2012. La generación nacida entre 1980 y 1996, mimada por sociólogos y gurús del marketing, es ahora objeto de burlas en TikTok. La generación Z tiene bien documentados los comportamientos que delatan la edad: https://t.co/6B9RIUfe9a
— EL PAÍS (@el_pais) September 30, 2022
L’interrogativo che ci si pone ora è se davvero la progressione di Internet ci fa “scadere” o invecchiare così velocemente? Le generazioni, infatti, si susseguono e si soppiantano sempre più velocemente: X, Millennials, Z, alpha… Gli ultimi seppelliranno e archivieranno tutti i precedenti? E in quanto tempo?
Oriol Bartomeus, professore di Scienze Politiche all'Università Autonoma di Barcellona, fa notare che non esiste un unico modo per contare i gruppi sociali: “A seconda dei ricercatori si può considerare il modello del Pew Research Center, secondo cui ogni 15 o 20 anni nasce una generazione, oppure la teoria più classica di Ortega y Gasset, che conta un gap generazionale ogni 30 anni, o addirittura un modello meno rigido che sostiene che le generazioni sorgono dopo profondi cambiamenti storici, il che implicherebbe che non sarebbero le stesse tra i paesi”.
Le generazioni sono un’invenzione del marketing
Tuttavia, secondo il professore, “in ogni caso, il processo è solitamente più lento. Non c'è una generazione per decennio, l'eccesso di segmentazione ha più a che fare con i modelli di consumo e con la necessità del marketing, e non dell'accademia, di creare nuovi profili di consumo. Questa classificazione ha permeato il discorso sociale, ma non segue criteri demografici”, afferma Bartomeu. Annota invece in quotidiano: “La definizione originalissima di Millennial, formulata nel 1987 da William Strauss e Neil Howe, all'epoca non ebbe molta risonanza. Probabilmente fino a quando un reparto marketing non l'ha presa in carico. Ma secondo Google Trends, le ricerche per il termine sono iniziate tranquillamente nel 2005 e hanno raggiunto il picco nel 2013. Quindi tutti hanno cercato su Google per scoprire se lo fosse o meno”.
Ma è pure vero che “la percezione della nostra epoca è stata distorta da alcuni parametri di successo che si suppone si siano raggiunti a determinate età, come avere figli o comprare una casa. È sempre stato così, ma prima ti confrontavi con il tuo gruppo sociale; ora puoi farlo con tutti gli utenti di un social network”, sottolinea Devon Price, psicologo e professore alla Loyola University di Chicago.
Una cosa è certa: i vertici della generazione Z saranno spazzati via in pochi anni dalla nuova generazione alfa. Il punto, però, è che si è sempre già tutti vecchi o lo saremo ancor di più tra un minuto. Anzi, di minuto in minuto…