AGI - È polemica in Trentino per la morte dell’orsa F43, rimasta uccisa mentre era in corso un intervento per la sostituzione del radiocollare che indossava.
Intervento avvenuto nella zona di Ledro in Val di Concei grazie a una trappola di metallo a forma cilindrica utilizzata più volte dagli esperti della Provincia di Trento.
Si tratta di un tubo metallico al cui interno si trova una pedana mobile che si abbassa con il peso dell’animale e chiude lo sportello della ‘trappola’.
In questo modo è poi possibile sedare l’animale e procedere con l’intervento. In questo caso gli operatori avrebbero dovuto cambiare il collare dell’orsa che permette la geolocalizzazione e che F43 indossava sin dal luglio 2021.
Purtroppo è successo di nuovo. L’orsa #F43 è morta.
— LAV (@LAVonlus) September 6, 2022
Come accaduto con Daniza nel 2014, è deceduta in seguito a un tentativo di cattura, dopo l’iniezione che avrebbe dovuto sedarla per consentire la sostituzione del radiocollare.
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"La necessità di monitorare – ha spiegato in un comunicato la Provincia di Trento - in modo intensivo soggetti problematici e di cercare di modificarne il comportamento può comportare incidenti come quello occorso, dati i rischi intrinsechi in operazioni delicate, condotte spesso in contesti e condizioni ambientali non facili".
L'equipe dei veterinari intervenuti ha rilevato che la morte di F43 è stata causata dalla posizione che ha assunto nella trappola-tubo nel momento in cui l'anestetico ha fatto effetto. L’orsa era considerata come ‘confidente’ poiché frequentava spesso le aree urbanizzate per la ricerca di cibo.
Per la Lav, che ha chiesto copia dei verbali dell’intervento, “se F43 era un’orsa ‘confidente’ la responsabilità è esclusivamente di noi umani – ha spiegato Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici - la mancata messa in sicurezza dei cassonetti dei rifiuti da parte della Provincia, che in più di 20 anni non è riuscita a completarne la sostituzione con quelli provvisti di dispositivo anti-orso, è di fatto la causa della spregiudicatezza degli orsi che in quei cassonetti identificano una mensa a disposizione, al punto da riuscire a superare la loro innata paura nei confronti dell’uomo”.
"Gli orsi vengono catturati per applicare il radiocollare, sono normali operazioni ed una prassi che i tecnici trentini sanno fare, certo il decesso in queste fasi può anche accadere – ha spiegato all’AGI Luigi Spagnolli, direttore dell'Ufficio caccia e pesca della Provincia Autonoma di Bolzano - all'orso non piace essere catturato e sedato perché subisce un piccolo trauma e questo fa sì che resti lontano dalle case".
"L'orso entra nel tubo a doppia entrata, c'è un'esca dove si trova il cibo, le porte si chiudono e la trappola è chiusa. Ci sono poi delle aperture, laterale o superiore dalla quale viene fatta l'iniezione della sedazione, stato che consente di applicare il radiocollare – ha aggiunto Spagnolli -. Nella squadra c'è un veterinario che stabilisce la dose del sonnifero e con quale potenza deve essere inserita la siringa. Quest'orsa si era fatta notare, aveva predato pollai e quindi la forestale ha deciso di applicare il collare".
"Non siamo convinti si tratti di un incidente – ha denunciato l'associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente (Aidaa) - meglio andare a fondo della vicenda e per questo chiediamo di indagare su questa morte, guarda caso dell'orsa che veniva monitorata in modo intensivo ed oggetto di ripetuti tentativi di dissuasione a causa della sua spiccata confidenza con l'uomo. E la strana morte di F43 considerata un orso problematico lascia aperte molte incognite che è buona cosa chiarire fino in fondo".
Secondo la Provincia Autonoma di Trento la presenza di plantigradi sul territorio è di 110 orsi, una quarantina in più rispetto al 2017. Tra i vari casi finiti nelle cronache grande protagonista era stato l'orso 'M49' che l'allora ministro dell'Ambiente Sergio Costa aveva ribattezzato 'Papillon'. Tra il 2019 ed il 2020 era considerato l'orso più ricercato d'Europa.
L'ultima aggressione di un orso nei confronti di un uomo in Trentino risale alla sera del 22 agosto del 2020 quando un carabiniere di 24 anni venne aggredito ad Andalo molto probabilmente da 'M57' successivamente catturato e rinchiuso al Casteller.