AGI - "Dobbiamo essere consapevoli che siamo molto esposti a forme di che ci vengono dall'alto. Si vuole fare in modo che la gente non pensi con la propria testa, ma che aderisca a questo o a quell'altro slogan". Elio Germano , tra i più versatili e popolari attori del cinema italiano, spiega così il senso del suo spettacolo "Segnale d'allarme. La mia battaglia", che domani sarà il momento 'clou' della commemorazione della strage nazifascista di Sant'Anna di Stazzema , avvenuta 78 anni fa.
"Io voglio fare una denuncia che ognuno declina come crede - dice l'attore all'AGI - sarò presente non di persona ma con uno spettacolo virtuale. Una sorta di 'One man show', dove interpreta il ruolo di un comico che propone idee È un segnale d'allarme su quanto sia drucciolevole il sentiero di alcune parole chiave, come sicurezza, comunità, patria. Dentro queste parole può nascondersi la conquista.
Settantotto anni fa, all'epoca del massacro orrore, i rischi erano la guerra, la violenza, l'orrore. Oggi la guerra non è sparita, purtroppo. E inoltre, denuncia Germano, dobbiamo fare i conti con la pericolosità dei social.
"Prima si discuteva di politica, oggi ci siamo ridotti a mettere un 'mi piace' o 'non mi piace', senza possibilità di approfondire. I social, sempre più invasivi, hanno messo in crisi il pensiero critico e favorito la polarizzazione: o si è di qua o di là".
Gli spettacoli sono importanti per far riflettere le persone, ma, avverte Germano, "devono essere i libri di storia, e non gli artisti, a tenere alta la memoria degli orrori delle guerre. "Non dobbiamo rischiare di fare spettacoli propagandistici - prosegue - le persone devono elaborare i concetti con il proprio cervello. Ad esempio, rappresentare il nazifascismo come il male assoluto, e quindi alieno da noi, è sbagliato, perchè non fa riconoscere il marcio che ognuno ha dentro di sé. Le persone devono capire quando si comportano seguendo solo il loro interesse e ignorando quello della collettività. Perciò serve una elaborazione personale che deve avvenire attraverso le scuole e l'istruzione. L'arte non ha questo tipo di potere, al massimo può aprire una finestra, ma poi bisogna agire in senso sociale, politico, comunitario".
Ritiene che ci sia un pericolo per la democrazia italiana oggi? "Sì, vedo un grosso problema per la nostra democrazia - conclude Elio Germano - una fetta consistente della popolazione è contro la guerra in Ucraina, è portatrice di un pensiero ecologico che non è rappresentato in Parlamento. C'è un problema grave di rappresentanza politica".