AGI - Cicloturismo e mobilità a pedali? L’Italia si allinea al resto d’Europa. Ovvero, più bicilette in circolazione e meno incidenti sulle strade. Insomma, la biciletta un tempo considerata più che altro un problema per la circolazione generale viene ora vista come una soluzione alla sicurezza stradale per tutti gli utenti. È questo l’assunto sintetico, la filosofia, del Piano generale della mobilità ciclistica urbana ed extraurbana per il biennio 2022-2024 approvato lo scorso 3 agosto dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e predisposto dal Ministero delle infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mims).
Obiettivo del Piano è “promuovere un cambio di mentalità sull’uso del mezzo a due ruote, sviluppando ogni sforzo affinché si affermi un cambio di paradigma della mobilità a partire dagli studenti delle scuole di primo grado arrivando in maniera trasversale a tutti gli strati della popolazione fino a giungere fino agli operatori economici” affinché “la bicicletta acquisisca piena dignità di mezzo di trasporto, non solo ecologico e salutare, ma anche conveniente, efficiente e sicuro per gli spostamenti delle persone e delle merci” in modo da “realizzare uno shift modale all’interno della città tra automobile e bicicletta”.
“Siamo orgogliosi dell’importante e determinante contributo fornito da FIAB, presente al tavolo tecnico del Ministero in tutte le fasi – ha dichiarato Alessandro Tursi, presidente di FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – che ha sostenuto la strategia di innalzare il livello e le ambizioni del Piano, in un vincente gioco di squadra, leale e costruttivo, con le altre sigle e realtà ambientaliste, sportive e produttive presenti al Tavolo”.
Nell’ambito del Piano Generale della Mobilità si osserva che “la situazione della ciclabilità presenta significative differenze tra le Regioni e le Province del Nord, alcune delle quali presentano valori nella media europea, e quelle del Centro-Sud e delle isole dove l’uso della bicicletta è ancora molto limitato. Si rileva però che, negli ultimi 5 anni, vi è stato un importante incremento delle infrastrutture ciclabili e dei servizi di bike sharing”.
Tuttavia nell’Ambito del Pnrr sono stati previsti due interventi specifici: ciclovie turistiche prevedendo l’assegnazione a Regioni e Province autonome di 400 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026, di cui 150 milioni di fondi statali a legislazione vigente. Le risorse europee e le eventuali ulteriori che venissero assegnate su fondi nazionali, regionali, provinciali e comunali per la parte di progetti in essere, da programmare e rendicontare sul PNRR, “sono destinate alla realizzazione entro il 30 giugno 2026 di almeno 1.235 Km aggiuntivi di ciclovie turistiche, incluse le opere di manutenzione straordinaria”.
Ora la bici è un diritto sui treni e mezzi pubblici
In secondo luogo, il Piano Generale della Mobilità prevede anche ciclovie urbane per un investimento pari a 200 milioni di euro per gli esercizi dal 2022 al 2026, di cui 50 milioni di fondi statali a legislazione vigente. “Le risorse sono destinate al rafforzamento della mobilità ciclistica e in particolare alla costruzione di 565 km aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane, da realizzare nelle città che ospitano le principali università, da collegare a nodi ferroviari o metropolitani. In particolare, è prevista la realizzazione di 200 km aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane entro il 30 giugno 2026”.
In questo quadro, Fiab esprime particolare soddisfazione per alcuni punti del Piano come: il riconoscimento di Bicitalia - la rete ciclabile nazionale mappata da Fiab a partire dal 2000 - quale cardine per lo sviluppo del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, che dovrà ora recepire ulteriori proposte da parte delle Regioni; la definizione di uno specifico programma di mobilità attiva per gli spostamenti casa-scuola; l’adozione del principio di “Safety in numbers” elaborato da ECF-European Cyclists Federation, grazie al quale la bicicletta, considerata spesso un problema, viene ora vista come una soluzione alla sicurezza stradale per tutti.
Inoltre Fiab ritiene “importanti gli aspetti inseriti del Piano relativi all’intermodalità ‘spinta’, ovvero la concreta possibilità, oggi non garantita, di avere la bici sempre al seguito su treni e altri mezzi di trasporto pubblico locale” oltre l’accessibilità presso tutti gli uffici pubblici in cui devono essere previsti tra l’altro parcheggi bici attrezzati e in numero sufficiente.