AGI - Uno scavo di archeologia marittima in laguna ha scoperto quella che sembra essere un allevamento di ostriche risalente del I-II secolo avanti Cristo. E' l'ipotesi preliminare su cui sta lavorando il team interdisciplinare impegnato nella seconda campagna di scavo archeologico subacqueo sul sito lagunare di Lio Piccolo, nel comune di Cavallino Treporti (Venezia), scoperto quasi venti anni fa dall'archeologo amatore Ernesto Canal.
Le indagini sono state dirette da Carlo Beltrame, professore associato di archeologia marittima del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Cà Foscari Venezia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna. La prima campagna si era svolta esattamente un anno fa e aveva permesso di mettere in luce alcune strutture murarie e palificate segnalate da Canal a poche decine di metri dall'argine di Lio Piccolo lungo Canale Rigà.
Questa nuova breve campagna ha permesso di chiarire l'interpretazione e la datazione di quanto visto nel 2021. Il fondale conserva una vasca in mattoni di forma rettangolare databile, anche sulla base di analisi al radiocarbonio, tra il primo e il secondo secolo a.C.
In età romana, la struttura era sommersa e serviva per la conservazione, forse poco prima della consumazione, di ostriche. Questi crostacei si sono infatti eccezionalmente conservati sul fondo della vasca. La presenza di un gargame in legno, che doveva suddividere lo spazio per mezzo di una saracinesca, fa pensare peraltro che questa non fosse l'unica specie ospitata nella vasca.
"Nel mondo romano - spiega Carlo Beltrame - le ostriche erano molto apprezzate e allevate in Gallia e nella penisola italiane. Come ricorda Cicerone, famose erano quelle allevate nel Lago Lucrino da Sergio Orata. Gli autori antichi ci parlano anche delle ostriche dell'Istria ma non menzionano Altino, dove però ostriche sono emerse da vari scavi della città romana. Non stupisce quindi trovarle a Lio Piccolo, ossia in una località che in età romana doveva essere in prossimità del litorale, in condizioni ideali per la loro crescita".
Gli studiosi hanno rinvenuto delle strutture ad una profondità minore rispetto al livello del medio mare. Si tratta di fitte palificate infisse su un fondale argilloso compatto che sostenevano dei camminamenti in mattoni rivestiti di cocciopesto. Numerosi resti di affreschi di pregio, in corso di analisi ad opera di Alessandra De Lorenzi, chimico-fisica dell'ateneo veneziano, e di mosaici bianchi e neri completano il quadro. Secondo l'ipotesi preliminare del team di studiosi, ci troviamo di fronte a una villa marittima di un certo livello dotata di piscine per l'allevamento ittico.