AGI - Dopo l'annosa polemica tra Veneto e Trentino sull'appartenenza territoriale della Marmolada che nel luglio del 2018 si 'concluse' con l'annessione dell'intero massiccio da parte dell'Agenzia del Territorio ai Comuni trentini di Canazei e Vigo di Fassa, ora si apre una nuova diatriba, quella sull'apertura per fini turistici della 'Regina delle Dolomiti'.
Tutto è andato bene fino al primo pomeriggio di domenica 3 luglio quando, a seguito della valanga provocata dallo slittamento di una porzione della calotta sommitale della montagna che ha ucciso 11 escursionisti, l'area della Marmolada è stata chiusa e ha subito forti limitazioni.
La prima chiusura
Inizialmente il massiccio era stato chiuso per favorire le complesse operazioni di soccorso con droni ed elicotteri alla ricerca di resti umani. Successivamente il Comune di Canazei, quindi in Provincia di Trento, per scongiurare qualsiasi ulteriore rischio per le persone, aveva prolungato e ampliato la zona di divieto di escursioni.
Le elevate temperature delle ultime settimane hanno, infatti, reso sempre più instabile il ghiacciaio sul quale si erano verificati altri piccoli crolli di ghiaccio.
La società Marmolada srl, dopo un periodo di chiusura per "rispetto delle vittime", ha riaperto la funivia che parte da Malga Ciapela nel Comune di Rocca Pietore in Veneto.
Con operatività dalle ore 9 alle 16,30, utilizzando i tre tronconi della funivia si raggiungono i 3.265 metri di Punta Rocca. È possibile uscire sulla terrazza antistante la stazione a monte, visitare la 'grotta della Madonna' consacrata da Papa Giovanni Paolo II il 26 agosto del 1979 in occasione della sua visita sulla Marmolada, ma è vietato camminare sul ghiacciaio.
"La Marmolada è di tutti, non vogliamo distinzioni territoriali, la montagna è accessibile dal versante veneto, dispiace che i colleghi del versante trentino non possono lavorare perché la Marmolada è accessibile d'estate non d'inverno dove è tutto chiuso - dicono all'AGI i gestori dei rifugi e taverne della zona di Malga Ciapela -. Ogni giorni rispondiamo a decine di telefonate di turisti che hanno informazioni imprecise e pensano che la Marmolada sia completamente chiusa. C'è troppa disinformazione".
La riapertura contestata
La Marmolada srl, società che gestisce gli impianti a fune della famiglia Vascellari, dopo la recente decisione del Comune di Canazei di allargare la 'zona off limits' (chiuso accesso anche del versante nord), è intervenuta ricordando, "il versante veneto della Marmolada è accessibile e sicuro, le nostre attività sono aperte e gli impianti perfettamente funzionanti".
Nel documento si legge che "le decisioni prese dagli enti locali trentini, per quanto legittime e comprensibili, se non adeguatamente chiarite e comunicate, corrono il rischio di creare confusione nel pieno della stagione e, alimentando una cattiva comunicazione, di creare disorientamento nella platea degli ospiti delle nostre valli".
Ricordando la tragedia, la società Marmolada afferma, "nel rispetto assoluto di quello che è successo il 3 luglio, le imprese turistiche, nonché tutto l'indotto che esse generano, hanno il diritto/dovere di poter lavorare".
"Non entriamo nel merito delle valutazioni, non è di nostra competenza, deve essere chiaro che la parte bellunese, come la strada di collegamento tra la val di Fassa e l'Agordino attraverso il passo Fedaia, non sono minimamente interessate da questi provvedimenti di chiusura e limitazione - si legge sulla nota -. Sarebbe opportuno che le stesse istituzioni bellunesi e venete lo ribadissero a loro volta con una comunicazione mirata per non fare del male a questi territori che vivono soprattutto di turismo".