AGI - Il primo è stato il Comune di Rimini a tranquillizzare i bangnanti e a comunicare che i valori delle acque erano nella norma, a differenza di quanto evidenziato dalle analisi dell'Arpae.
Poi la stessa agenzia regionale ha stabilito che nelle 22 località balneari in cui erano emersi alti livelli di escherichia coli l'allarme è rientrato.
"Già nel pomeriggio - fanno sapere gli assessori regionali Priolo e Corsini - sono attese le ordinanze dei sindaci di ritiro dei divieti temporanei di balneazione. I valori delle analisi aggiuntive dei campioni fatte da Arpae in tutti e 22 i punti della Costa romagnola che risultavano ancora fuori norma, sono infatti risultati sottosoglia".
Secondo i tecnici, le ipotesi per spiegare i risultati, anomali, dei campionamenti effettuati martedì 26 luglio sono al momento riconducibili a un insieme di condizioni meteorologiche, idrologiche e marine del tutto eccezionali per la Romagna.
La temperatura dell'acqua molto elevata da diverse settimane, con valori oscillanti intorno ai 30 ; la prolungata assenza di ventilazione, lo scarso ricambio delle acque, la mancata diluizione delle immissioni nei corsi d'acqua che arrivano al mare, a causa della forte siccità di questo periodo.
Tutti elementi, questi, che sommandosi potrebbero aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque del mare. I divieti di balneazione, scattati dopo la comunicazione dell'Arpae non avevano però trovato grande attenzione tra i vacanzieri.
Nonostante i numerosi cartelli apposti in tutte le spiagge off limits l'allarme è stato ignorato quasi del tutto. In spiaggia si sente parlare di "terrorismo mediatico", e molti puntano il dito contro il riscaldamento globale.