AGI - Perquisizioni e sequestri nell'ambito delle indagini sull'omicidio del sindaco di Pollica-Acciaroli, Angelo Vassallo, avvenuto il 5 settembre di 12 anni fa.
I Ros di Roma e di Salerno, su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, hanno eseguito decreti nei confronti di nove indagati per omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
Le indagini vertono sul fatto che la morte del sindaco sia collegata alla sua volontà di denunciare un traffico di sostanze stupefacenti che aveva una centrale nel porto di Acciaroli.
Il sindaco-pescatore, cui si deve il decollo turistico di quell'area del Cilento, venne affrontato da un sicario mentre rientrava a casa in auto e freddato con colpi di pistola alla testa.
Le indagini
Negli anni, le indagini hanno contemplato varie piste, compresa quella della droga. Le indagini hanno anche un focus sullo svolgimento e le reali finalità di una serie di attività investigative nate subito dopo la scoperta del delitto, in assenza di delega da parte della procura di Salerno che, per i pm salernitani, ebbero come effetto quello di indirizzarsi verso persone risultate poi del tutto estranee all'omicidio.
Le perquisizioni sono fondate "su una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte da questo ufficio fin dall'indomani del grave il fatto delittuoso - si legge in una nota della procura - le indagini hanno beneficiato peraltro di un proficuo collegamento investigativo con la direzione distrettuale antimafia di Napoli".
Il colonnello indagato
E' c'è il colonnello dei carabinieri, Fabio Cagnazzo, all'epoca dei fatti in servizio a Castello di Cisterna e in vacanza ad Acciaroli, tra i 9 indagati dalla procura di Salerno per l'omicidioVassallo. Secondo quanto apprende l'AGI, è stata perquisita la sua abitazione a Frosinone.
Cagnazzo era già stato indagato in passato, ma poi la sua posizione era stata archiviata come richiesto dagli stessi pm salernitani.
L'ufficiale ha acquisito dei video delle telecamere di sorveglianza del porto cilentano poche ore dopo il delitto, circostanza che il colonnello ha sempre giustificato con l'esigenza di salvaguardare le immagini, ma che in questa fase viene considerata come un elemento nei suoi confronti.
Proprio Cagnazzo era stato tra i primi ad arrivare sul luogo del delitto. Indagato anche l'ex carabiniere Lazzaro Cioffi, di recente condannato in primo grado per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano, il cui nome era già trapelato come legato all'indagine salernitana.
Cioffi era a capo della speciale squadra alle dirette dipendenze del comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, Cagnazzo appunto, impegnato nelle più importanti indagini di camorra in provincia di Napoli.
Per l'omicidio Vassallo alcuni carabinieri in servizio a Castello di Cisterna acquisirono in maniera del tutto irrituale alcune immagini di una telecamera di sicurezza. Il dubbio dei pm salernitanin è che Cioffi fosse ad Acciaroli cosi' come Cagnazzo.
Il delitto
Angelo Vassallo, ucciso poco prima di compiere 57 anni da chi ne aspettava il rientro a casa, si era guadagnato il nomignolo di sindaco-pescatore per il suo passato ma anche per quel suo marcato ambientalismo che lo portò a fare di Pollica-Acciaroli una delle località turistiche di grido del Cilento, con una raccolta rifiuti eccezionale e un porto e costruzioni all'insegna della sostenibilità.
Primo cittadino per tre mandati (dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010), nel 2010 si era presentato per un quarto mandato come candidato unico, venendo rieletto con 1.286 voti su 1.680 votanti.
Esponente del Pd, in passato aveva ricoperto anche l'incarico di consigliere provinciale a Salerno tra le file della Margherita, e, oltre alla carica di sindaco, ricopriva anche quella di presidente della Comunità del parco, organo consultivo e propositivo dell'ente Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
La sera del 5 settembre 2010, intorno alle 22.15 ad Acciaroli, frazione di Pollica, mentre rincasava proprio da una riunione con i sindaci del Parco alla guida della sua Audi station wagon grigia percorrendo una stradina di campagna, qualcuno lo fermò e, quando Vassallo abbassò il finestrino, sparò con una pistola Baby Tanfoglio contro di lui nove proiettili calibro 9, sette dei quali andati a segno.
A scoprire il corpo fu il fratello che, avvertito dalla cognata preoccupata per il mancato ritorno a casa del marito, era andato a cercarlo. In un primo momento, le indagini furono della procura di Vallo della Lucania, e sul luogo del delitto arrivò il pm Alfredo Greco; ma nel giro di due giorni, a proseguire fu la procura di Salerno diretta allora da Franco Roberti.
Le piste più battute furono quella camorristica, soprattutto per le modalità dell'esecuzione, quella di interessi sullo sviluppo edilizio del territorio, e quella della droga.
A marzo 2015 Bruno Humberto Damiani, 32 anni, detto il barsiliano per le sue origini sudamericane, è l'unico indagato per l'omicidio di Angelo Vassallo per i suoi contatti con trafficanti di droga del quartiere di Napoli di Secondigliano.
La sera del delitto, Bruno Damiani era con due persone che ad Acciaroli, e a rivelarlo è Luigi Molaro, un altro carabiniere finito sotto inchiesta insieme al colonnello Fabio Cagnazzo per aver prelevato la cassetta di una telecamera puntata sul porto, proprio dove il 'brasiliano' e due sconosciuto avrebbero a lungo osservato Vassallo.
L'uomo venne poi scagionato anni dopo, anche se venen coinvolto in procedimenti legati a questo. Nel luglio 2018, il pm Leonardo Colamonici ha notificato un avviso di garanzia per rendere interrogatorio da indagato per l'omicidio a Lazzaro Cioffi, il carabiniere colluso con il clan Caivano per averne protetto le attività di narcotraffico.
Cioffi, dal 1991 fino a pochi mesi prima di essere arrestato ha lavorato nel nucleo investigativo di Castello di Cisterna, lo stesso di cui era a capo il colonnello Fabio Cagnazzo, che ha avuto una breve relazione con Giusy, una dei due figlii di Vassallo, e che la sera dell'omicidio era ad Acciaroli.
Cagnazzo venne indagato e poi prosciolto dai pm salernitani. Una lettera anonima alla redazione della trasmissione di Mediaset 'Le Iene' nel 2019 tiro' di nuovo in ballo il suo nome insieme a quello di Cioffi.
Nel frattempo la famiglia di Vassallo non ha mai smesso di chiedere che si trovassero i responsabili dell'omicidio. Il 29 novembre dello scorso anno, l'allora procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, a margine di un evento nel Salernitano, confermò che sul caso Vassallo c'era "una grandissima attenzione da parte della direzione distrettuale di Salerno".
"Lo sviluppo delle indagini che non si era fermato con il procuratore Roberti - aggiunse - è proseguito successivamente e, oggi, con Borrelli (Giovanni, procuratore della Repubblica di Salerno, ndr) e Colamonici (pm titolare del fascicolo su Vassallo, ndr), continua ad avere uno sviluppo particolarmente significativo".
Tra gli indagati anche l'ex gestore del cinema di Pollica, nel salernitano, l'imprenditore Giuseppe Cipriano. A lui, secondo quanto apprende l'AGI, gli inquirenti sarebbero arrivati nel corso dell'audizione del boss Romolo Ridosso, appartenente al clan dei Loreto-Ridosso di Scafati (Salerno), ora collaboratore di giustizia.