AGI - È stato catturato con un blitz della polizia del Montenegro nella capitale Podgorica il 48enne detenuto del carcere di Como evaso il 12 marzo scorso.
Massimo Riella, in attesa di giudizio per una rapina a due anziani, era fuggito mentre visitava la tomba della madre in un cimitero di Gravedona, durante un permesso.
È stato il servizio di cooperazione internazionale dell’Interpol a comunicarne la cattura, avvenuta sabato sera, al Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria che ne aveva seguito le tracce da tempo. In particolare a fine giugno ne avevano segnalato la presenza dapprima in Montenegro, poi in Serbia e successivamente di nuovo in Montenegro. Fino a localizzare con precisione il luogo ove il fuggitivo aveva trovato rifugio, comunicandolo ai reparti speciali della polizia montenegrina che hanno eseguito il blitz.
A maggio l'avvocato dell'evaso, Roberta Minotti, aveva riferito di averlo incontrato durante la sua latitanza.
Il 48enne avrebbe raccontato di esser stato ferito da un agente della Polizia penitenziaria che gli aveva sparato durante la fuga e avrebbe aperto alla possibilità di costituirsi ma in una struttura diversa da quella in cui era rinchiuso.
Si sospetta che inizalmente la latitanza fosse avvenuta nelle zone impervie e boscose attorno al lago di Como, dopo l'aggressione agli agenti che lo scortavano e la rocambolesca fuga.
Riella era stato arrestato il 10 dicembre perché sorpreso dalla Guardia di Finanza in auto con un amico mentre si trovava agli arresti domiciliari per una rapina compiuta nell'abitazione di due anziani della zona, ad ottobre.
L'auto forzò il blocco ma il 48enne fu catturato in un vicino campeggio dove si era nascosto.
In seguito era riuscito a ottenere il permesso per andare al cimitero dopo essere salito sul tetto del carcere del Bassone a Como per protestare di non aver potuto assistere ai funerali della madre.