AGI - Ci saranno dei nomi italiani tra le prime 50 posizioni della classifica di The World’s 50 Best Restaurants 2022 che sarà svelata il prossimo lunedì 18 luglio a Londra. Gli organizzatori della cerimonia, che in origine si doveva tenere a Mosca ma poi è stata spostata nella capitale inglese come forma di protesta e ritorsione per la guerra dichiarata contro l’Ucraina, pochi giorni fa hanno svelato la lista delle posizioni dalla numero 100 alla 51. E, con gran sorpresa, non c’è nessuno nome di chef o ristorante italiano. Ciò che fa ben sperare che lo possano essere tra i primi 50.
Tuttavia non mancano le novità anche in questa fascia della classifica: venti sono infatti i nuovi ristoranti selezionati, che provengono da quindici differenti nazioni. Spiccano le new entry del Medio Oriente, che erano fuori dalle classifiche nella scorsa edizione mentre il miglior esordiente arriva proprio dal Medio Oriente, meglio dagli Emirati Arabi Uniti: si tratta di Trèsind Studio di Dubai, che figura al numero 57 della classifica.
Tra le posizioni 100 e 51, l’Asia è in ogni caso il continente più rappresentato, con ben 14 ristoranti, gli europei sono 13, seguiti dal Nord America con 11, dal Sud America con 7 e da Africa e Medio Oriente con 2, mentre è solo 1 il rappresentante dell’Oceania.
Saltata del tutto l’edizione 2020 a causa della pandemia, slittata direttamente al giugno 2021, l’edizione aveva invece visto tra le seconde 50 posizioni Niko Romito con il suo Casadonna di Castel di Sangro (n. 51), posizione quest'anno occupata dal Nihonryori RyuGin di Tokyo, seguito da Mauro Uliassi, e il Ristorante Luca Fantin che va dalla 107 alla 73, che fa parte del Gruppo Bulgari e si trova a Tokio sulla Ginza Tower, dove è approdato ben tredici anni fa nel 2009. Mentre il contestatiassimo premio come miglior chef donna è andato a Pia Leon, del Kjolle di Lima.
Da ultimo, il premio per i Champions of Change 2021 è andato all’italiana Viviana Varese, per “il suo impegno per l'inclusione e contro ogni discriminazione di sesso, razza, età e orientamento sessuale”. Un impegno che non si limita ai ristoranti dove opera – Viva e W Villadorata Country Restaurant di Milano).