AGI - Fede e cambiamento. Non è solo “una preghiera per la fecondità della terra che richiede la fede semplice di un bambino che si fida del Padre” ma anche un invito a non considerare questa terra “un regno da saccheggiare” e “ad accogliere la chiamata a uno stile di vita che abiti la terra come chi coltiva il giardino piantato da Dio in Eden”.
L’Arcivescovo Mario Delpini si sofferma a lungo in silenzio davanti alla Madonna del Cinquecento che abbellisce la chiesa di Trezzano sul Naviglio, poi prende la parola per spiegare il senso del suo “semplice pellegrinaggio” in tre zone agricole della Diocesi (le altre due sono Mediglia e Trezzano Rosa) che soffrono la siccità e chiedere a Dio di donare “l’acqua e il refrigerio alla terra assetata”.
"Cambiare gli stili di vita rovinosi"
“Non me ne intendo di cambiamento climatico” premette ma sottolinea “lo sperpero e lo sfruttamento delle risorse naturali ed esorta a essere “persone che conoscono la sobrietà come una virtù” e a “cambiare gli stili di vita se si dimostrano rovinosi”.
“Desidero percorrere le terre del riso e del grano, le terre dei fossi e dei campi per invocare la ‘Madonna della Bassa’ perché venga in aiuto alla nostra debolezza”.
La chiesa è piena, fuori il cielo è azzurro e asciutto com’è ormai regola costante da mesi. Nei discorsi di tutti sul sagrato si fa riferimento a quei “dieci giorni”, i prossimi, considerati decisivi per salvare almeno in parte i raccolti.
Il sindaco che fa la doccia con la bacinella
"Non sono capace e non ho intenzione di cercare colpe o muovere accuse” chiarisce Delpini al termine della preghiera parlando coi giornalisti."Desidererei però che il modo di rapportarsi all’ambiente sia rispettoso”. In prima fila con la fascia tricolore c’è il sindaco Fabio Bottero:”Viviamo giorni veramente pesanti dal punto di vista della produzione agricola dopo gli anni della pandemia. Questo momento di comunione e soldiarietà umana è molto apprezzato. Non vogliamo prendere decisioni affrettate ma nelle prossime ore faremo delle valutazioni per fare un uso migliore delle risorse idriche”.
Javier Miera, il primo cittadino di una altro Comune della zona, Noviglio, fa degli esempi pratici: “Io e mia moglie raccogliamo l’acqua della doccia in una bacinella e poi la usiamo per lo scarico del bagno".
Volontà e preghiera, le strade per uscire dalla crisi anche per Roberto Magnaghi, direttore generale dell’Ente Nazionale Risi: “Non ci resta che pregare tirarci su le maniche. Se l’acqua arriverà nei prossimi giorni, sono fiducioso che i risicoltori riescano con la loro perizia a salvare il raccolto. Confidiamo che nostro Signore ci mandi l’acqua”. Sono diversi i paesi dell’area agricola lombarda, soprattutto quelli che vivono sulla coltivazione del riso, dove in questi giorni si svolgono momenti di preghiera per invocare quello che il cielo non vuole più dare.