AGI La Sardegna, dove vivono circa duemila persone completamente non udenti, è la prima regione italiana ad aver studiato e sperimentato una sorta di 'traduttore' automatico della lingua dei segni. Una piattaforma, su cui sono stati caricati circa 10 mila video è in grado di riconoscere e di tradurre in linguaggio 120 gesti della Lis, la lingua italiana dei segni, per facilitare la comunicazione tra chi lavora negli uffici pubblici e non udenti.
L'iniziativa è dell'assessorato alla Sanità e Politiche sociali, in collaborazione con le agenzie regionali Sardegna Ricerche e il centro ricerche Crs4, nell'ambito del progetto 'Innovare, informare e partecipare', finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri con 360mila euro. In Sardegna sono circa 40 mila le persone affette da grave ipoacusia e che beneficiano di un piano personalizzato di assistenza finanziato dalla Regione.
Attraverso video, realizzati con un software, è stato possibile ridurre ogni gesto a uno schema grafico e ottenere così la base informativa della rete neurale, la quale, davanti a una webcam, è in grado di riconoscere i segni prodotti e di tradurli sotto forma di testi o parole, con un'accuratezza dell'87%, secondo i test finora compiuti.
Come funziona
"L'idea", spiega Piero Pili, responsabile del Crs4 per lo sviluppo del progetto, cui hanno collaborato anche Erminia Leonardi e Andrea Manchinu,"è nata dalla partecipazione a un bando che era stato proposto dal Consiglio dei ministri per l'accessibilità ai servizi per le persone sorde. In partnership con l'assessorato e con Sardegna Ricerche, nell'estate del 2020 abbiamo presentato una proposta: è stata selezionata ed è arrivata prima tra le venti partecipanti. È stato ottenuto il finanziamento e il progetto è partito nel gennaio 2021".
Nelle fasi di ricerca e programmazione del traduttore gli operatori della Pubblica amministrazione e le associazioni dei sordi, l'Ente nazionale sordi, gli interpreti di Lis e gli esperti di lingua e cultura sorda hanno dato un fondamentale contribuito sia per la produzione dei video sia per la definizione degli obiettivi.
"Alla creazione del dataset, cioè del un patrimonio dei dati che serve ai calcolatori per apprendere le modalità con cui vengono rappresentati i gesti", ha evidenziato Pili, "hanno partecipato circa venti persone. Il progetto è già operativo e la piattaforma è in grado di riconoscere 120 segni, scelti fra quelli più utilizzati per l'interazione con la Pubblica amministrazione".
Il sistema, in un secondo momento, funzionerà anche su smartphone. La sperimentazione è partita dalla direzione generale delle Politiche sociali dell'assessorato alla Sanità e nella rete regionale degli Uffici relazioni col pubblico e sarà estesa ad altri settori dell'amministrazione regionale e ad alcuni Comuni.