AGI - Mangiamo di più, beviamo più alcoolici, fumiamo altrettanto. E a causa delle chiusure di palestre e centri sportivi la sedentarietà ha avuto la meglio nella vita quotidiana. I dati dell'XIX Rapporto Osservasalute 2021, presentato oggi a Roma, parlano chiaro: a vincere in questi ultimi due anni segnati dalla pandemia del Covid sono stati vizi e cattive abitudini.
I danni forse peggiori li abbiamo fatti a tavola: dai dati Istat emerge che nel periodo del primo lockdown il 38,5% delle persone ha modificato le proprie abitudini alimentari; il 21,5% durante la fase II (dicembre 2020-gennaio 2021). In entrambi i casi risultano soprattutto aumentate le quantità di cibo, specie tra i giovani nella fascia 18-24 anni (39,5% nella fase I; 18,5% nella fase II).
I risultati si sono visti sulle bilance: nel 2020 il 47,6% dei soggetti di età 18 anni è risultato in eccesso ponderale, tra questi l'11,5% - una persona su dieci - è obeso. Mentre a praticare attività fisica è stato solo il 36% della popolazione, poco più di un italiano su tre sopra i 3 anni.
E chi durante il lockdown (aprile 2020) aveva iniziato ad allenarsi a casa o nel giardino condominiale (22,7%) a dicembre - tra semi riaperture dei posti di lavoro e chiusura protratta dei centri sportivi - aveva già abbandonato: in un semestre la quota dei praticanti è diminuita dell'8,4%, attestandosi a quota 14,3%.
A crescere invece in maniera esponenziale, complici le pareti domestiche, sono state le cattive abitudini. L'avvento del Covid ha determinato una decisa diminuzione del numero degli astemi e un aumento della prevalenza dei consumatori a rischio che nel 2020 si è attestata al 22,9% per gli uomini (+ 6,5% rispetto al 2019) e al 9,4% per le donne (+5,6%). Non è andata meglio sul fronte del tabagismo: secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), durante il lockdown sono diminuiti i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica.
Molti hanno iniziato a farne uso proprio durante il lockdown. E molti fumatori di sigarette tradizionali hanno aumentato il consumo nello stesso periodo come dimostrano alcuni dati regionali: in Lombardia, ad esempio, tra il 2019 e il 2020 i fumatori sono cresciuti del 2,4% (19,6% di fumatori).