AGI - Avvocati contro avvocati e radicali contro l’Unione delle Camere Penali Italiane. Dopo il fallimento dei referendum sulla giustizia, c’è molta inquietudine tra chi ha sostenuto il sì ai cinque quesiti rimasti molto lontani dal quorum.
L'affondo dell'Unione Camere Penali
Ad attaccare per primo è stato l’organo di rappresentanza presieduto da Gian Domenico Caiazza che, in una nota diffusa già ieri sera, ha parlato “dell’assurdità di un' iniziativa referendaria appaltata a una forza politica in esclusiva, su quesiti scelti e scritti senza interpellare nessun soggetto politico, associativo, accademico, culturale tradizionalmente vicino al patrimonio delle idee liberali della giustizia”. E oggi sta arrivando la risposta, indignata, dei radicali e degli avvocati che non condividono l’’epigrafe’ alla consultazione incisa dall’Unione.
"Il metodo radicale è andare con chiunque, anche con la Lega"
Simona Giannetti, legale iscritta all’organizzazione e consigliera generale del Partito Radicale, sintetizza il malumore su entrambi i versanti: “E’ imbarazzante il comunicato della Giunta dell’Unione delle Camere Penali – spiega all’AGI la penalista, portavoce della campagna referendaria a Milano -. Si arroga il diritto di attribuire ai promotori il disastro di una cittadinanza astenuta perché i penalisti non sarebbero stati coinvolti. Rivendico il metodo radicale che da sempre che è quello di fare le battaglie sui contenuti con chiunque voglia affiancarli. Invece tanti avvocati non hanno raccolto le firme perché c’era la Lega e chi avrebbe dovuto stare con noi pancia a terra, come l’Unione, non l’ha fatto. Non era la battaglia di un partito e sarebbe dovuta essere prima di tutto quella dei penalisti che sperimentano sul campo i problemi della giustizia e la necessità delle riforme”.
Giannetti evoca Marco Pannella “che cercava terreni comuni” e aggiunge: “Non c’è fine al disastro. Peggio ci sono solo gli avvocati anti leghisti, anti fascisti, che gioiscono di questa società di questa società istigata dai giornali e dal sistema. Che vergogna”.
Gli avvocati critici con la loro organizzazione
Tanti gli avvocati critici con l’Unione che stanno prendendo posizione sui social. Aldo Luchi, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari, condivide la posizione di Giannetti e afferma di non sentirsi rappresentato dall’organizzazione da cui è uscito anni fa. Beatrice Saldarini, presidente dell'assemblea della Camera Penale di Milano, utilizza anche lei l’aggettivo “imbarazzante” per definire l’intervista di Caiazza al ‘Corriere della Sera’ in cui il presidente dichiara che, a causa dell’”improvvisazione” dei promotori del referendum, “questo atto politico avventato rischiamo di pagarlo tantissimo perché sarà più difficile discutere su questi temi”. Di diverso avviso, il presidente della Camera Penale di Milano, Andrea Soliani: "Condivido le articolate considerazioni di Caiazza. Nessun dubbio sul fatto che nelle urne si dovesse votare sì a tutti i quesiti, noi ci siamo spesi perché i cittadini fossero informati sul contenuto dei quesiti ma certamente chi ha promosso l’iniziativa non può non prendere atto di non aver suonato le corde giuste. L’afflusso al voto cosi limitato è la prova di un qualche errore nelle modalità di ideazione, presentazione e promozione dei quesiti".