AGI - Procedono lentamente verso la normalità le operazioni di voto a Palermo, ma, ancor prima dell'apertura delle urne, pende la spada di Damocle di eventuali irregolarità in grado di "falsare" la tornata elettorale.
"Sono stati nominati tutti i 600 presidenti di sezione nel capoluogo siciliano", ha fatto sapere la prefettura, smentendo le notizie di accorpamenti tra i seggi che avevano cominciato a girare qualche ora dopo che il voto amministrativo nel capoluogo siciliano era andato in tilt per la fuga dai seggi di presidenti e scrutatori.
La svolta è giunta tra le 14 e le 14.30, dopo 7 ore che hanno visto gli elettori respinti in decine di sezioni sparse per la città. In circa 150 tra presidenti e scrutatori, secondo le ultime stime fornite all'AGI dalla macchina comunale, hanno dato forfait all'ultimo minuto ieri: un'ondata di 'disertori' che hanno messo fortemente a rischio la stessa regolarità della tornata elettorale, anche se le sezioni si sono insediate tutte regolarmente.
E ciò che lascia intuire Antonello Armetta, presidente dell'Ordine degli avvocati di Palermo: "Ciò che sta accadendo - ha spiegato, probabilmente riferendosi a qualche denuncia fatta da elettori ai quali è stata sbattuta la porta in faccia - è di una gravità estrema, tale da falsare queste elezioni. Se a un solo cittadino è stato precluso il diritto di votare le elezioni sono annullabili. Ma non è accettabile l'attacco politico, perché la competenza alla gestione dei Presidenti di seggio NON è dei Comuni. Intervenga immediatamente il Ministro dell'interno, queste elezioni vanno fermate qui”.
I 'disertori', intanto, sono stati denunciati, e il Comune ha inviato le carte alla Procura, che ha aperto un fascicolo.
Il Viminale, al contrario, sembra deciso ad andare avanti per la propria strada e finora non ha concesso la proroga chiesta, tra gli altri, da Nello Musumeci: "Ho chiesto al ministro dell’Interno - ha affermato il presidente della Regione Siciliana - di valutare l'opportunità di autorizzare il prolungamento dell’apertura dei seggi elettorali, nella sola città di Palermo, fino alle ore 14 di domani, lunedì 13 giugno. Una misura straordinaria a seguito dell’altrettanto straordinaria situazione che si è venuta a creare in città per la mancata costituzione di decine di sezioni elettorali".
"È un provvedimento che avrei adottato autonomamente, se non si votasse anche per i referendum", ha aggiunto Musumeci, che si era fatto precedere nella richiesta dalla Lega, in un momento di sintonia politica nel centrodestra che in Sicilia non si vedeva da mesi. "Intervengano immediatamente il Prefetto e il Viminale”, ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, mentre per Matteo Salvini "la democrazia è a rischio".
Se erano passate 7 ore dalla svolta, altre sette hanno cominciato a scorrere fino all'evento al quale diverse autorevoli fonti attribuiscono la responsabilità della diserzione: la finale di playoff di serie C di Palermo-Padova.
"Forse perché pagati poco, forse per la coincidenza con la partita e la festa che potrebbe scaturirne il giorno dopo, e magari qualcuno aveva già il biglietto per lo stadio in tasca, ecco che alla fine hanno dato forfait", spiega all'AGI una fonte del Comune, che esclude risolutamente l'attacco hacker alla macchina comunale dei giorni scorsi come causa di quanto accaduto e sottolinea, al tempo stesso, come questa cosa potesse essere evitata: "Avrebbe dovuto pensarci la prefettura a far spostare la partita".
In realtà, quando la data della gara fu fissata ben pochi avevano pensato a una fuga dai seggi di presidenti e scrutatori. Gli occhi dei politici si erano concentrati su eventuali episodi di assenteismo nelle ore in cui i rosanero si giocheranno (favoriti dal precedente vantaggio di un gol) la promozione in B, con inizio alle 21.15.
"Il mancato insediamento di numerosi seggi per la mancanza di presidenti desta grandi preoccupazioni per la regolarità delle operazioni di voto. Riteniamo che la Prefettura debba intervenire tempestivamente per ripristinare condizioni di normalità e legalità, salvaguardando il diritto di voto delle cittadine e dei cittadini", afferma l'assessore Giusto Catania, capo della lista di Sinistra civica ed ecologista, che ricorda di aver chiesto tempo fa l'anticipo a sabato 11 della partita e rimprovera il ministero dell'Interno di non essere intervenuto in questo senso.
Ieri, però, si giocava la partita della Nazionale contro l'Inghilterra e forse qualcuno ha pensato più al botteghino che alla democrazia partecipata.
Adesso, man mano che la situazione si normalizza - è vero che i seggi sono tutti insediati, ma per consentire materialmente alla gente di votare serve almeno un'ora o due di preparativi - non resta che sperare che il Palermo vinca, e faccia dimenticare una pagina ingloriosa della storia politica e sociale della città: scritta, questa volta, non dalla mafia ma dai colletti bianchi e dalla sua borghesia.