AGI - "La sensazione è che in questa diserzione c'entri la partita del Palermo". Ad attribuire la colpa della mancata apertura di una sessantina di seggi nel capoluogo siciliano, impegnato nel voto referendario e in quello per la carica di sindaco e per il consiglio comunale, non sono solo le battute delle persone per strada e tra le file ai seggi, ma la stesso Comune: "Forse perché pagati poco, forse per la coincidenza con la partita e la festa che potrebbe scaturirne il giorno dopo, e magari qualcuno aveva già il biglietto per lo stadio in tasca, ecco che alla fine hanno dato forfait", riferisce una fonte del Comune, che sottolinea, al tempo stesso, come questa cosa potesse essere evitata: "Avrebbe potuto pensarci la prefettura a far spostare la partita".
In realtà, ben pochi avevano pensato a una diserzione di presidenti e scrutatori. Gli occhi dei politici si erano concentrati su eventuali episodi di assenteismo nelle ore in cui i rosanero si giocheranno la promozione in B nella partita con il Padova, con inizio alle 21.15.
"Il mancato insediamento di numerosi seggi per la mancanza di presidenti desta grandi preoccupazioni per la regolarità delle operazioni di voto. Riteniamo che la Prefettura debba intervenire tempestivamente per ripristinare condizioni di normalità e legalità, salvaguardando il diritto di voto delle cittadine e dei cittadini", afferma l'assessore Giusto Catania, capo della lista di Sinistra civica ed ecologista, che ricorda di aver chiesto tempo fa l'anticipo a sabato 11 della partita e rimprovera il ministero dell'Interno di non essere intervenuto in questo senso.
Adesso, man mano che la situazione si normalizza, come ha ha assicurato il ministero dell'Interno, non resta che sperare che il Palermo vinca, e faccia dimenticare una pagina ingloriosa della storia politica e civile della città.