AGI - Un uomo, indagato per un vasto incendio scoppiato nel luglio scorso alle porte di Cabras, nell'Oristanese, è finito in carcere perché si teme che con l'approssimarsi dell'estate possa appiccare altri roghi.
Il Gip ha infatti condiviso, "in relazione all'attuale fase cautelare", la tesi della procura "in ordine alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in capo all'indagato, congiuntamente a esigenze cautelari per il concreto e attuale pericolo di reiterazione dello stesso tipo di reato nel corso della ormai prossima stagione estiva".
È pertanto è scattata la misura della custodia cautelare in carcere che è stata eseguita dai 'ranger' del corpo forestale e di vigilanza ambientale.
"Il reato d'incendio - si legge in una nota del corpo forestale - è previsto dal codice penale tra quelli contro l'incolumità pubblica, in quanto mette a rischio la sicurezza e la vita umana, è anche uno dei piuù gravi contro l'ambiente con conseguenze devastanti sul territorio urbano, agricolo e forestale, oltre a determinare elevatissimi costi d'intervento e di ripristino".
Da qui la misura preventiva nei confronti del presunto incendiario. Il rogo nelle campagne di Cabras si era verificato in concomitanza con quelli molto più devastanti del Montiferru e del Monte Arci che per settimane hanno percorso le campagne dell'Oristanese.
L'incendio era stato innescato nel primissimo pomeriggio di una giornata classificata di 'pericolo estremo' a causa delle altissime temperature e dei forti venti di scirocco. Le fiamme avevano distrutto oltre 20 ettari di territorio nell'immediata periferia dell'abitato e avevano danneggiato case, fabbricati rurali, oliveti storici, vigneti, causando anche la morte di decine di animali.
Una donna aveva rischiato di venire avvolta dalle fiamme per salvare i suoi gatti ed era stata salvata da una pattuglia del Corpo forestale. Dopo i primi rilievi e accertamenti, al termine delle indagini, erano emersi elementi a carico del sessantenne che oggi è finito in cella a causa della sua pericolosità.