AGI - La sagoma si staglia nel buio della notte, lasciando intravvedere piccoli puntini arancione. Ingrandendo l'immagine sul display dello smartphone (come abbiamo imparato a fare allargando indice e pollice per decine di foto di gattini che suscitano entusiasmo umanitario sui social), quei puntini diventano mani di uomini e donne aggrappate al bordo della barca, gambe in cerca disperata di un punto di appoggio per non cadere in acqua, occhi spalancati in cerca di aiuto mentre tentano di non annegare.
Vengono alla mente i dipinti di Theodore Gericault e di William Turner, i grandi pittori romantici del mare e dei naufragi, che oltre duecento anni fa hanno raccontato quello che la notte scorsa (e tante, troppe altre notti) è accaduto Mediterraneo centrale, quando una imbarcazione con oltre cento persone a bordo si è capovolta di fronte ad Astral, nave di Open Arms che svolge compiti di assistenza.
"È difficile comprendere l'inerzia deliberata di Tunisia, Malta e Italia in un caso così chiaro; pur avvertite, hanno lasciato alla deriva la barca per diverse ore: questa è omissione di soccorso", spiega l'equipaggio di Open Arms, sottolineando che 14 ore dopo le autorità non avevano ancora risposto al mayday sebbene, dopo i soccorsi, possano esservi ancora dei dispersi.
Se ad affascinare Turner, in un naufragio, è la forza del mare in tempesta, nel caso dell'imbarcazione soccorsa dalla ong il pittore inglese avrebbe fatto fatica a trovare uno spunto: le acque erano calme, permettevano i soccorsi e Astral ha calato in acqua tre zattere, ma sarebbe servito un intervento strutturato da una nave in grado di farlo: le tre zattere erano ancora in mare con il loro carico umano a 54 miglia da Lampedusa, spiega l'ong all'AGI, dopo ore in cui si è assistito a "un rimpallo di responsabilità tra Roma e Malta". All'arrivo di una motovedetta tunisina le persone si sono rifiutate di salire a bordo, e sono stati recuperati da Astral. "A bordo - ha spiegato la ong - la situazione è difficile e le condizioni meteorologiche sono in peggioramento"
Il balletto delle competenze avrebbe indignato Gericault: nella Zattera della Medusa, il suo capolavoro, richiamò, anzi, al proprio dovere quegli ufficiali che nel 1816 abbandonarono al proprio destino la nave 'Meduse', arenata su un banco di sabbia. Gericault raccontò la prevaricazione dei forti sui deboli; Banksy, che ha ripreso il dipinto del francese, lascia passare davanti alla Zattera una nave, indifferente alle invocazioni di soccorso.
Ai sopravvissuti, quelli che toccheranno terra, è riservato, invece, il destino di Yanko, il migrante di 'Amy Foster' (edizioni Newton Compton) di Joseph Conrad: "Le relazioni di naufraghi dei tempi andati ci narrano di molte sofferenze. Spesso i naufraghi si salvavano dall'annegamento soltanto per morire miserevolmente di fame su una spiaggia deserta; altri soffrirono morte violenta oppure la schiavitù, trascorrendo anni di esistenza precaria presso genti a cui la loro estraneità era motivo di sospetto, di disprezzo o di paura. Leggiamo questi fatti, e sono degni di molta pietà. È davvero duro per un uomo ritrovarsi a essere uno straniero sperduto, indifeso, indecifrabile, e di origine misteriosa in qualche oscuro angolo della terra".