AGI - Un'enorme statua in resina è comparsa all'Arco della pace di Milano. Una figura maschile monumentale di circa 6 metri, nuda: è Mr. Arbitrium, realizzato dall'artista romano poi trasferitosi a Carrara, Emanuele Giannelli. Dopo aver viaggiato a lungo nella sua Toscana, Mr. Arbitrium arriva a Milano. Spinge o sorregge? Non si sa, è una scelta arbitraria, proprio come il suo nome.
E tanti possono essere i significati di questo atto - spiega l'autore - aggrapparsi alla storia, al classico, alla tradizione, come si può evincere dallo stile figurativo e dalla rappresentazione dettagliata e realistica della figura umana. O forse allontanarsene, tentare di liberarsi dal peso di così tanta bellezza, rinviare al mittente i troppi condizionamenti di un passato meraviglioso ma altrettanto ingombrante.
“La scultura è pensata con tutta la muscolatura in tensione, intenta a sorreggere la struttura o altrimenti a spingerla via in maniera decisa - spiega Giannelli - giocare su tale ambivalenza è l’intento del mio progetto e nel duplice significato di questa azione si cela il concetto che sta alla base della mia opera. In un momento storico di grandi cambiamenti e di ritmi sempre più accelerati come quello che stiamo attraversando, a mio avviso, esiste realmente questo dilemma che inevitabilmente ci chiede di scegliere: spazzare via la Chiesa o l’edificio storico, simbolo delle Istituzioni, di storia, di cultura e tradizione passata o invece sostenere e difendere la Chiesa, la nostra storia millenaria, i simboli della cultura dell’Occidente?
Credo che non solo nei prossimi decenni, ma già oggi dovremmo aver chiaro il percorso che vogliamo intraprendere, la scelta che intendiamo fare. Il futuro, secondo il mio modo di vedere e sentire, è già molto vicino: la scienza ogni giorno e da tempo ci propone e ci parla di robotica, neuro-tecnologie, cellule staminali, clonazione, società digitali controllate ecc. D’altra parte, da sempre l’uomo condivide incertezze, paure, entusiasmi e progressi. Come si interfaccerà rispetto a tali sfide? Ognuno di noi sarà chiamato a decidere quale dei due diversi sentieri intraprendere: “spingere” oppure “sostenere”.
Nel dubbio su quale direzione, filosofica e culturale, prendere, ognuno di noi metterà in campo il proprio “io”, agendo secondo le proprie capacità, competenze e soprattutto la propria coscienza. E’ qui che nasce l’idea che il soggetto protagonista non sia più la scultura, ma noi stessi, l’umanità tutta. Tanti “io” portati a prendere quelle decisioni, tante interpretazioni simili o distanti tra loro, nella speranza di evitare fraintendimenti, malintesi o errori di valutazione. Il futuro e l’uomo passeranno da qui, almeno nella mia visione”.
“Sono felice di tornare a lavorare con Emanuele Giannelli - aggiunge il critico Luca Beatrice che ha seguito negli anni l’opera dell’artista - scultore visionario, eclettico, persona piena di interessi culturali, molto stimolante e attento, che da quando ha allargato la propria visione nell’opera monumentale si è come liberato dai limiti, dalle cinghie che lo tenevano stretto, dalla forza di gravità.
Oggi, non a caso, Giannelli può essere annoverato tra gli scultori più interessanti e completi della nostra generazione. Soprattutto in lui l’opera non vive di sé stessa ma tenta un dialogo profondo con diverse forme del sapere e della cultura contemporanea”.
Interessante il processo che ha portato alla creazione di Mr Arbitrium. Il primo passaggio consiste nella realizzazione di un bozzetto in creta, per mano dello scultore, trasformato in una scansione e inviato a un collaboratore di Giannelli, il carrista viareggino Luigi Bonetti, per la lavorazione del polistirolo con un robot. La scultura al suo interno è armata in ferro e fissata alle basi su una struttura.
Il robot arriva fino ad un 90% di precisione, richiede dunque un ulteriore intervento per mano dell’artista allo scopo di ridefinire molti dettagli, in particolare del volto, delle mani e dei piedi.