AGI - La prima Pasqua senza stato di emergenza. Caduti i divieti, quest’anno per gli italiani torna la libertà di potersi godere un mega pranzo con la famiglia a Pasqua, una grigliata o gita fuori porta con gli amici a Pasquetta, se non addirittura un viaggio da qualche parte in Italia o nel mondo, anche se con un’attenzione particolare al portafogli considerando la situazione attuale tra rincari di vario tipo e una prudenza dettata stavolta dallo scenario di guerra così vicino a noi.
Ma in questi giorni festivi si cerca comunque di rifiatare, anche psicologicamente.
Ai cattolici viene restituita la possibilità di riempire le chiese e di vivere tradizioni come quelle già vissute nei giorni scorsi tra processione delle Palme, via Crucis (a partire da quella tradizionale del Papa tornato al Colosseo dopo due anni), veglia pasquale e simili.
Agli appassionati di musica, arte e cultura, il piacere di poter assistere a concerti o eventi artistici seduti fianco a fianco. Unica condizione: indossare la mascherina Ffp2 ed esibire all’ingresso il green pass. Agli amanti delle ore notturne, piste da ballo senza alcun coprifuoco.
In epoca Covid la Pasqua di quest’anno è la prima festività praticamente priva di divieti grazie alla fine dello stato di emergenza, decisa il 31 marzo scorso.
Stato di emergenza deliberato dall’allora premier, Giuseppe Conte, il 31 gennaio 2020 e che poi sarebbe stato il ‘quadro’ nel quale il governo avrebbe deciso, di dpcm in dpcm, le restrizioni immediate con le quali misurarci. Per ben due anni.
È vero che la circolazione del virus continua e sono tanti, ancora oggi, i casi di positivi.
Ma la vera grande differenza è che la maggior parte degli italiani – ad oggi oltre l’83% della popolazione over 12 - è vaccinata, terza dose inclusa, e anche questo consente che la manifestazione della malattia abbia una minore gravità. Almeno al momento è così.
Ma cosa potremo fare a Pasqua e Pasquetta che non potevamo fare nei due anni precedenti? Che cosa è cambiato rispetto all’anno scorso? E rispetto a quella ancora precedente, la prima Pasqua targata Covid?
Sembra passato un secolo, ma due anni fa – era il 12 aprile 2020 – era stata una Pasqua blindata in tutta Italia in pieno lockdown, tutti chiusi in casa, niente tavolate, niente parenti né amici, niente pic nic, divieto assoluto di uscire, nessuna via crucis o celebrazione in chiesa, il Papa da solo davanti al mondo radunato di fronte alle tv per ricevere un messaggio di speranza di cui tutti, non solo i credenti, erano bisognosi in quella fase storica.
I balconi erano gli unici sfoghi consentiti e i vicini di balcone i nostri migliori amici. Le video chiamate ai propri cari il modo per condividere e sentirsi meno soli.
Immancabile, naturalmente, la spesa per il pranzo pasquale, anzi valorizzato nelle famiglie ristrette ai famosi ‘congiunti’: già una settimana prima della domenica di Pasqua, file ancora più lunghe davanti a supermercati e alimentari per ‘consolarsi’ con il miglior cibo, da quello tradizionale di ogni località italiana alle mille sfumature di colomba e uova di cioccolato. Era il 2020, prima Pasqua in epoca Covid, il Paese era un’unica zona chiusa.
E bisognerà aspettare il 4 maggio di quell’anno per le prime riaperture e l’avvio della cosiddetta Fase 2.
Ma anche l’anno scorso - 4 aprile 2021 – è stata una Pasqua con limitazioni e divieti mirati proprio nei tre giorni clou.
Il Paese, infatti, con un decreto legge del governo, era diventato un’intera zona rossa per evitare al massimo gli spostamenti e impedire assembramenti, in casa e fuori.
Una Pasqua blindata scattata il giorno della vigilia per finire il lunedì di Pasquetta. Cosa era consentito fare? Poco e rigorosamente entro le 22, orario del coprifuoco ancora in vigore.
Visite a parenti e amici? Verso “una sola abitazione privata e una volta sola al giorno”, ed entro i confini regionali. Unica eccezione permessa, ai genitori separati per raggiungere i figli minori presso l’altro genitore. Spostamenti in auto consentiti, ma con il guidatore seduto senza nessuno al fianco e massimo due passeggeri sui sedili posteriori; tutti con l'obbligo di indossare la mascherina.
Altre ‘concessioni’: la messa di Pasqua a patto di andare nella chiesa più vicina a casa, sempre con la mascherina e seduti distanziati.
Consentiti in realtà anche i viaggi all’estero a patto di essere sottoposti a tampone prima dell’imbarco e, al rientro dalla vacanza, il rispetto di una quarantena di 5 giorni e un altro tampone: ma in quella fase ancora così delicata per i contagi e incerta per le vaccinazioni gli aeroporti erano per lo più vuoti.
Visti come ‘privilegiati’ erano i proprietari delle seconde case: potevano andare, anche quando in Regioni diverse, ma solo con i propri congiunti. Amici, anche lì, non ammessi.
E oggi? Oggi tiriamo un sospiro di sollievo. La fine dello stato di emergenza – non prorogato dal governo Draghi e quindi terminato il 31 marzo scorso – ha segnato di fatto il ritorno a una normalità di cui si sentiva il bisogno.
La parola Pasqua significa “passare oltre”, quindi “passaggio”: gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione; per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.
Più laicamente, per chi non crede, la Pasqua 2022 - la prima, ripetiamo, senza limitazioni da quando viviamo in era Covid – può rappresentare proprio il passaggio dalla ‘schiavitù’ e dalla morte del coronavirus alla libertà e alla vita.
Da celebrare, anche culinariamente, con l’agnello tradizionale o con pranzi a base vegetariana, per non scontentare nessuno.