AGI - Dopo giorni di gogna, cominciano a diradarsi le nebbie della maldicenza intorno alla vicenda della preside di un liceo romano sospettata di aver avuto una relazione con uno studente maggiorenne. La prima mossa la fa il Garante per la protezione dei dati personali che ha esteso la limitazione di ogni ulteriore diffusione dei messaggi scambiati tra la dirigente scolastica e lo studente.
"I quotidiani - spiega in una nota del Garante della privacy - hanno pubblicato alcuni articoli sulla relazione intima tra la preside, che viene identificata con il nome e cognome e con alcune fotografie, e lo studente maggiorenne, di cui viene riportato il nome di battesimo senza precisare se di fantasia o meno, riportando dettagli relativi ai rapporti personali anche attinenti alla sfera sessuale. Il Garante privacy ricorda che, nella diffusione di dati personali per finalità giornalistiche, il diritto di cronaca deve tutelare dignità, diritti e libertà fondamentali della persona. Un principio, richiamato anche nelle Regole deontologiche, da interpretare con particolare rigore in riferimento a informazioni relative alla sfera sessuale".
L'Autorità, prosegue il comunicato, "evidenzia che i dettagli riportati negli articoli nulla aggiungono alla necessità di fare chiarezza sulla vicenda e sulla regolarità delle condotte della dirigente scolastica, sulle quali sono in corso accertamenti da parte degli uffici scolastici competenti".
Gli avvocati della stessa dirigente ha annunciato che presenteranno denunce per diffamazione "per una grave violazione del rispetto della dignità umana e professionale della mia assistita e per l'aperta violazione dei limiti del diritto di cronaca cosi come è stato evidenziato dal Garante della Privacy su questa situazione".
E soprattutto arriva via mail la difesa di un gruppo di ex allievi di una scuola in cui la donna ha insegnato prima di vincere il concorso. Nella missiva inviata a un sito di informazione (di cui non diffondiamo il nome perché pubblica in chiaro identità e foto della preside) gli ex studenti la definiscono "una donna di estremo valore ma anche una persona scomoda e implacabile nei confronti di chi ogni giorno umilia la scuola pubblica", oltre che "una gemma di raro splendore che la scuola italiana dovrebbe valorizzare e proteggere". "Una donna sincera, volitiva, integerrima, giusta (...) professionale nel suo lavoro (...) l’ultima persona che "si potesse accusare di avere preferenze o rapporti personali equivoci con gli studenti".
Gli ex allievi vanno oltre, ipotizzando che la donna sia rimasta vittima di "colleghi meno volenterosi" che trovavano "nelle sue capacità e del suo impegno causa di profonda invidia".