AGI - Occorre "ascoltare la sete di pace della gente", "una 'misura umana'" contro "l’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia", "al rischio di una 'guerra fredda allargata' che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni".
Papa Francesco si dice pronto ad andare a Kiev ("è allo studio", la proposta d'invito da parte della capitale ucraina) e nel suo primo discorso pubblico a Malta critica Putin ma senza citarlo espressamente. Rivolgendosi alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico maltesi, parla di qualche "potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti" che "provoca e fomenta conflitti".
È nel segno dell'accoglienza il suo 36esimo viaggio apostolico internazionale, nel cuore del Mediterraneo. Il Papa ancora una volta denuncia l'indifferenza, "i torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone" e rimarca come il Mediterraneo abbia "bisogno di corresponsabilità europea" perché "non può diventare il cimitero più grande d'Europa". Il migrante non è "una minaccia" o "un virus da cui difendersi", non bisogna "cedere alla tentazione di innalzare ponti levatoi e di erigere muri". E di accoglienza, Bergoglio non può non pensare alla martoriata Ucraina, dove si è abbattuto "il vento gelido della guerra", alimentato da anni.
"Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano - afferma il Papa -. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti. E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace".
Per il Pontefice, alla "logica scellerata del potere" che porta alla guerra, bisogna offrire "l'alternativa vera", "la tenerezza delle madri, che danno al mondo la vita". "Di compassione e di cura abbiamo bisogno, non di visioni ideologiche e di populismi, che si nutrono di parole d’odio e non hanno a cuore la vita concreta del popolo, della gente comune", sottolinea nel suo lungo discorso.
"Più di sessant’anni fa - ricorda -, a un mondo minacciato dalla distruzione, dove a dettare legge erano le contrapposizioni ideologiche e la ferrea logica degli schieramenti, dal bacino mediterraneo si levò una voce controcorrente, che all’esaltazione della propria parte oppose un sussulto profetico in nome della fraternità universale".
Era la voce di Giorgio La Pira, precisa Francesco che sottolineava "lo scontro di interessi e di ideologie che scuotono l’umanità in preda a un incredibile infantilismo" e che portano al Mediterraneo "una responsabilità capitale: definire di nuovo le norme di una Misura dove l’uomo lasciato al delirio e alla smisuratezza possa riconoscersi". Le parole del "sindaco santo" sono attuali, osserva il Pontefice.
"Quanto ci serve una 'misura umana' davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una 'guerra fredda allargata' che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni! Quell’'infantilismo', purtroppo, non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra, che anche stavolta è stato alimentato negli anni", continua Francesco rimarcando lo scandalo dei "grandi investimenti" e "i commerci di armi".
"Ed è triste vedere - aggiunge - come l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, si sia negli ultimi decenni affievolito, così come il cammino della comunità internazionale, con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza. E così non solo la pace, ma tante grandi
questioni, come la lotta alla fame e alle disuguaglianze sono state di fatto derubricate dalle principali agende politiche".
"La soluzione alle crisi di ciascuno è prendersi cura di quelle di tutti, perché i problemi globali richiedono soluzioni globali", dice il Papa argentino che esorta: "Aiutiamoci ad ascoltare la sete di pace della gente, lavoriamo per porre le basi di un dialogo sempre più allargato, ritorniamo a riunirci in conferenze internazionali per la pace, dove sia centrale il tema del disarmo, con lo sguardo rivolto alle generazioni che verranno! E gli ingenti fondi che continuano a essere destinati agli armamenti siano convertiti allo sviluppo, alla salute e alla nutrizione".
Malta, cuore del Mediterraneo, deve continuare "a far pulsare il battito della speranza, la cura per la vita, l’accoglienza dell’altro, l’anelito di pace", in una sorta "di convivialità delle differenze". Benefiche convivenze di cui ha bisogno il Medio Oriente: il Libano, la Siria, lo Yemen e altri contesti dilaniati da problemi e violenza.