AGI - Furto sacrilego nella Basilica di San Nicola a Bari dove nella notte sono entrati in azione i ladri. Sono stati rubati il libro con tre sfere d'argento e una croce, composta dello stesso materiale e gemme preziose, oltre a un anello in oro adornato da pietre. I ladri hanno portato via anche una collana reliquiaria e il contenuto delle cassette delle offerte.
Sono in corso le indagini della squadra mobile di Bari che ha acquisito le immagini degli impianti di videosorveglianza della zona nel tentativo di identificare gli autori del colpo.
"La notizia del furto di parte degli oggetti sacri della statua di San Nicola in Basilica mi lascia sgomento. Un atto non solo sacrilego ma fortemente offensivo per la comunità di fedeli devoti di San Nicola e per la città di Bari, che intorno al messaggio del suo Santo patrono ha costruito gran parte della sua identità". Lo ha scritto in una nota il sindaco di Bari, Antonio Decaro.
"Aver sottratto i simboli più evocativi della vita e della missione del vescovo di Myra significa aver ferito profondamente la città - ha aggiunto - spero che l'autore di questo gesto meschino e inqualificabile si ravveda immediatamente restituendo ai padri domenicani gli oggetti sacri. Perché non ci può essere nessuna giustificazione per chi compie un furto nel luogo che custodisce il simbolo e la storia di tutti noi".
"Le immagini dei sistemi di videosorveglianza all'esterno e all'interno della Basilica mostrano un uomo dall'aspetto giovanile, che, dopo aver divelto un'inferriata addossata alla torre campanaria e sfondato la porta d'ingresso in largo Abate Elia, si è furtivamente intromesso nel tempio nicolaiano con il preciso intento di svuotare le cassette delle offerte. Nell'impossessarsi delle offerte contenute nella teca trasparente ai piedi della statua del Santo, ha portato via tutti i simboli di Nicola", conferma all'AGI padre Giovanni Distante, priore del Convento di San Nicola. "Fortunatamente non è stata trafugata la croce pettorale, dono dell'arcivescovo Mariano Magrassi, di venerabile memoria", sospira.
L'anello d'oro è il segno episcopale di carità, però. E le sfere rappresentano altrettanti sacchetti che San Nicola, in un periodo antecedente al suo episcopato, per tre notti consecutive, depositò davanti l'abitazione di un vicino di casa, in disgrazia economicamente, disperato perché senza alcuna dote non poteva maritare le tre figlie e deciso ad avviarle alla prostituzione per racimolare quanto bastava per sopravvivere; Nicola, in quei sacchetti destinò un gruzzolo distinti di denaro per risollevare la famiglia, consentendo alle ragazze giuste nozze. Un episodio riportato anche da Dante nella Divina Commedia. Nel canto XX del Purgatorio il sommo poeta accenna alla "larghezza / che fece Niccolo' alle pulcelle, / per condurre ad onor lor giovinezza".
Sismologicamente però le tre sfere sono anche viste come le fasi della Luna, pianeta delle sorti e delle fortune terrene. La manna, invece, è l'acqua di intensa purezza che si forma nella tomba del Santo, già trovata anticamente nella Basilica di Myra. Secondo diverse credenze è un miracolo, e il liquido proverrebbe proprio dalle reliquie del Santo, giunte a Bari il 9 maggio 1087; un'altra spiegazione per la sua formazione riguarda i marmi della tomba nella quale è riposto il santo, mentre la terza propone che la manna sia frutto di un fenomeno chimico di condensazione vaporosa, di origine naturale. Ma il furto, consumato intorno alle 4 di questa mattina, e scoperto poi alle 6 dal sagrestano che per primo entra in basilica, ha lasciato sgomenti i frati della comunità domenicana.