AGI - Provocatorio e mai banale, con le sue foto che hanno fatto storia e il giro del mondo. Quella della copertina di Colors sulla guerra, quella del vestito insanguinato scattata per il conflitto in Jugoslavia e quella del bambino appena nato nell’elmetto.
Oliviero Toscani, alla Triennale di Milano per due giorni di eventi in occasione del suo ottantesimo compleanno si racconta all’AGI.
“È incredibile essere nato durante la guerra e dover morire con la guerra. Non voglio, non lo accetto” dice scuotendo il capo.
Ma la sorpresa non c’è in realtà perché “manca una vera educazione, soprattutto per i bambini. Non si investe in educazione e cultura, che vanno di pari passo. Mentre - sottolinea Toscani - si investe in armamenti e in stadi di calcio”.
Tutto continua, la vita scorre come se nulla fosse, “mentre c’è gente che muore, noi facciamo le sfilare di moda” aggiunge riferendosi alla fashion week appena finita.
“L’umanità non è ancora civile. Del resto ci lamentiamo dei nostri politici. Ma chi li vota? Non hanno mica fatto un colpo di stato. C’è gente che vota i politici che abbiamo adesso. É tremendo, guardare indietro e vedere da chi siamo stati governati. È vergognoso”.
Tremendo censurare la cultura
“È tremendo dover censurare la cultura per riportare la pace. Ogni tanto mi domando se é la strada giusta, non lo so”. Così il grande fotografo Oliviero Toscani commenta con l’AGI, le ‘sanzioni’ che stanno colpendo non solo l’economia ma anche artisti, scrittori e direttori d’orchestra russi.
“Alla fine - osserva - quello che interessa davvero alla maggior parte della gente è che la benzina diventa troppo cara e che non ci sarà più gas per il riscaldamento”.
“Finché ragioneremo così - conclude Toscani - non risolveremo i problemi, la guerra ci sarà sempre”.