AGI - Si prega senza sosta nella Chiesa ortodossa di San Vito in Pasquirolo nel centro di Milano, punto di riferimento della comunità ucraina. Mani che stringono il komboskini, il rosario ortodosso e occhi lucidi. L'ansia per chi è rimasto in patria si legge sui volti delle donne intente a pregare. Sono una decina all'interno della piccola cappella, hanno occupato tutti gli inginocchiatoi. Una volta fuori, qualcuna si ferma.
Tatiana spiega all'AGI che questa mattina ha sentito i suoi nipoti che vivono e lavorano a Vinnycja, dove ha sede il quartier generale dell'aeronautica militare ucraina. "Abbiamo tutti paura. E' una tragedia. Siamo molto preoccupati, speriamo che finisca subito. E' assurdo... fare la guerra nel 2022" ripete. Accanto a lei una giovane donna, Oksana, stringe un fazzoletto con cui continua ad asciugarsi le lacrime che cadono incontrollate.
"Preghiamo - dice alla fine - siamo qui per pregare che tutto si risolva subito". Il figlio Roman di 23 anni è rimasto in Ucraina, "doveva partire, venire qui da noi, ma adesso non si può più".
In città la solidarietà all'Ucraina arriva da più parti, dal Comune di Milano così come dalla Regione Lombardia. E da enti di cultura e spettacolo come il Teatro alla Scala.
L'aut aut della Scala al maestro russo, condanni attacchi o addio podio
Il sindaco Beppe Sala che è anche presidente della Fondazione Scala ha dato un vero e proprio ultimatum al direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, affinché prenda posizione contro l'invasione, in caso contrario la collaborazione con il Teatro non potrà continuare.
Valery Gergev che il 23 febbraio ha debuttato con la Dama di Picche al Piermarini, raccogliendo qualche fischio prima dell'inizio (ma grandi applausi al termine dell'opera), ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Vladimir Putin. "D'accordo con il sovrintendente - ha spiegato Sala - gli abbiamo chiesto di prendere una posizione precisa contro l'invasione". "Nel caso non lo facesse siamo pronti a rinunciare alla collaborazione".
Lo ha chiarito bene anche il sovrintendente Dominique Meyer, in un messaggio inviato al maestro, adesso in viaggio per New York dove deve tenere una serie di concerti. Se la risposta attesa non dovesse arrivare, il Teatro milanese, potrebbe cercare un sostituto per le prossime repliche della Dama di picche, la prima delle quali è il 5 marzo.
E proprio davanti al tempio della lirica e al Comune di Milano, questa sera è previsto un presidio contro la guerra, promosso dai sindacati e da Anpi, Arci, Acli, sostenuto da associazioni e partiti, tutti uniti contro l'invasione e preoccupati per le ripercussioni che l'offensiva lanciata da Putin potrà avere anche nel nostro Paese.