AGI - Assunta per 15 volte il lunedì e licenziata il martedì: è l'assurdo trattamento subito da una maestra di scuola primaria di Conegliano, in provincia di Treviso, che tra il 2018 e il 2109 era stata ridotta a una sorta di lavoratrice a cottimo. Ad aprile il Tribunale di Treviso aveva riconosciuto il suo lavoro di supplente part-time condannando il ministero dell'Istruzione a pagarle gli stipendi arretrati.
Dopo mesi di ritardi, però, la docente è stata costretta a rivolgersi al Tar che ora ha ordinato al ministero di dare esecuzione alla sentenza, disponendo che in caso contrario sia l'Ufficio scolastico regionale del Veneto a pagare gli stipendi al suo posto.
Beatrice, ha raccontato Il Gazzettino, è una maestra che aveva sottoscritto 15 contratti con un istituto comprensivo per supplenze temporanee per un totale di oltre 1500 euro anziché in base al part-time di 12 ore settimanali, che le avrebbe assicurato oltre 9mila euro. Non le sono state riconosciute nemmeno l'anzianità di servizio, né la maturazione di 12 punti valevoli per la graduatoria.
Il Tribunale di Treviso ha accertato che la maestra aveva "prestato attività corrispondente a quella di supplente part-time al 50% dal 21 settembre 2018 al 21 maggio 2019" e per questo aveva condannato il ministero al pagamento degli stipendi maturati. Il ministero si era limitato a liquidare 2500 euro, cioè le spese legali, e non si era neppure costituito in giudizio al Tar.