AGI - “In poche ore nelle carceri italiane ci sono stati 4 suicidi: dopo quello di un ragazzo di 25 anni a Palermo, una donna a Messina di 29 anni, un giovane di 33 a Monza è toccato ad un ragazzo di 24 a Roma Regina Coeli; tutto questo in un giro di 48 ore. Dall’inizio dell’anno nei penitenziari del Paese ci sono stati 12 suicidi, vale a dire un suicidio ogni quattro giorni. È una “strage vergognosa” che non vede fine (con un incremento allarmante in questo primo scorcio del 2022) e che è ancora più grave se si tiene conto che solo dall’inizio del nuovo anno si sono suicidati due agenti penitenziari”.
A sostenerlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (S.PP), Aldo Di Giacomo.
"Lo stato di abbandono delle carceri italiane è oramai a livelli mai visti sino ad oggi - sottolinea Di Giacomo -, il ministro della Giustizia aveva promesso che sarebbe intervenuta entro gennaio per migliorare le condizioni delle prigioni della Nazione ma ad oggi nulla si è visto. Le carceri sono diventate zone franche dove tutto accade come la morte per suicidio di 4 detenuti giovanissimi come se nulla fosse, ma peggio ancora senza scuotere minimamente la coscienza dei nostri governanti”.
Di Giacomo chiede "un intervento della politica e del governo che riporti nelle carceri quel livello di civiltà e umanità che mancano. Bisognerebbe da subito evitare che psichiatrici, alcol dipendenti e tossicodipendenti restino in carcere, ma trovare soluzioni diverse quali centri di cura che garantiscano l’esecuzione della pena ma anche la rieducazione. Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza della vita dei detenuti affidati in custodia per scontare pene giudiziarie testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici”.