AGI - La pandemia, che ha portato dolore, ma anche paura, dubbio e smarrimento, si può superare se "si agirà con fattiva solidarietà", non trascurando le popolazioni più indigenti, ma condividendo "con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari". Lo scrive Papa Francesco nella Lettera inviata per il Giubileo 2025, a monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Negli ultimi due anni, osserva il Pontefice, "non c'è stato un Paese che non sia stato sconvolto dall'improvvisa epidemia che, oltre ad aver fatto toccare con mano il dramma della morte in solitudine, l'incertezza e la provvisorieta' dell'esistenza, ha modificato il nostro modo di vivere".
"Come cristiani abbiamo patito insieme con tutti i fratelli e le sorelle le stesse sofferenze e limitazioni. Le nostre chiese sono rimaste chiuse, così come le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi e i luoghi dedicati al tempo libero. Tutti - sottolinea - abbiamo visto limitate alcune libertà e la pandemia, oltre al dolore, ha suscitato talvolta nel nostro animo il dubbio, la paura, lo smarrimento".
Gli uomini e le donne di scienza, "con grande tempestivita', hanno trovato un primo rimedio che progressivamente permette di ritornare alla vita quotidiana". "Abbiamo piena fiducia che l'epidemia possa essere superata e il mondo ritrovare i suoi ritmi di relazioni personali e di vita sociale. Questo sara' piu' facilmente raggiungibile nella misura in cui si agira' con fattiva solidarietà, in modo che non vengano trascurate le popolazioni piu' indigenti, ma si possa condividere con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari".
Il prossimo Giubileo "potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l'urgenza", aggiunge Papa Francesco. "Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza".
"Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della poverta' dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani". E ancora: "Penso specialmente ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo che, secondo il comando biblico, restituisce a ciascuno l'accesso ai frutti della terra".