AGi - La Guardia di finanza di Perugia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per un valore di oltre 103 milioni di euro nei confronti di società e persone fisiche che avrebbero generato e commercializzato, sull’intero territorio nazionale, crediti fittizi di imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi introdotti dal governo per mitigare gli effetti economici della pandemia (bonus facciate, recupero patrimonio edilizio, bonus locazioni).
L’operazione - spiega una nota del procuratore del capoluogo umbro Raffaele Cantone - trae origine da un’analisi “volta ad individuare profili di rischio connessi all’utilizzo distorto delle diverse misure agevolative, previste dalla legislazione emergenziale, sotto forma di crediti di imposta cedibili a terzi - originariamente, senza limitazione alcuna, attraverso una piattaforma informatica predisposta dall’Agenzia delle entrate - ed utilizzabili in compensazione per l’assolvimento di debiti tributari, mediante modello F24, monetizzabili presso banche ed altri intermediari intermediari finanziari”.
In particolare, è emersa la posizione di una società operante nell’hinterland perugino nel settore del commercio di auto che risultava aver “acquistato” e “rivenduto“ crediti di imposta per importi rilevanti “verosimilmente riconducibili a condotte fraudolente e, comunque, non in linea con l’effettivo operatività aziendale, trattandosi di un soggetto completamente sconosciuto al fisco e privo di capacità economico finanziaria“.
I successivi approfondimenti condotti dal Nucleo di polizia economico finanziaria hanno consentito di delineare “un puntuale quadro indiziario, fornendo adeguate prove circa l’inesistenza dei crediti di imposta ceduti, la mancata esecuzione, in tutto in parte, dei lavori e la fittizietà dei contratti di affitto“.
Il gip ha ritenuto sussistenti i presupposti per concedere il sequestro dei crediti evidenziando che gli stessi sono “da considerarsi inesistenti per il volume, per il fatto che la società aveva un’attività assolutamente slegata da quella relativa all’edilizia e alla ristrutturazione di immobili“ e che “i soggetti coinvolti presentano profili di criticità non avendo presentato dichiarazioni dei redditi o dichiarato redditi esigui e, laddove proprietari di immobili, comunque non svolgono attività tali da generare i volumi di credito di imposta indicati“.
Da qui la decisione di sequestrare preventivamente, perché “non solo corpo del reato, ma illecito profitto” precisa la procura, quote societarie, beni aziendali, nonché il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate e corrispondente riduzione del plafond di crediti compensabili nei cassetti fiscali, per un totale di 103.067.709 euro.